SOMiCa: tanti aggiornamenti!

SOMiCa: tanti aggiornamenti!

Un breve aggiornamento da Caia! a voi gli aggiornamenti dalla nostra collaboratrice Elisa. Buona lettura!

20160706_145923[1]“É quasi passato un mese dalla missione dei nostri referenti in Italia, Luciano e Claudia, e non sembra vero! Quando si é occupati il tempo vola, e qui a Caia nell’ultimo mese oserei dire che siamo stati piú che occupati.

Per quel che mi riguarda, sono iniziate le attività di rafforzamento delle realtá associative dei gruppi di produttori che hanno preso parte del progetto e che stanno coltivando ortaggi. Nei semenzai i pomodori, i fagiolini, le rape, i cavoli e gli altri ortaggi son giá germinati, la maggior parte é giá stata trapiantata nei campi arati ed erpicati dal CDAC, uno dei nostri partner locali, quindi é il momento sondare il terreno con i gruppi, capire quanto salde sono le loro radici, quale linfa vi scorre dentro e di cosa hanno bisogno per crescere ancora di piú.

Per i primi incontri mi sta accompagnando Elias, il responsabile del settore socio-sanitario del CAM qui a Caia. É una presenza utilissima per me, perché ha una grandissima esperienza con le comunitá e parla fluentemente chisena, il dialetto locale, quindi puó farmi da interprete. Io sto studiando eh?

Per i primi incontri mi son imparata almeno le domande chiave in lingua locale, in modo da rompere un po’ il ghiaccio, e i giorni della settimana, cosí ad ogni fine attivitá possiamo decidere insieme quando rivederci.

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Il primo incontro é uguale con ogni gruppo, invito tutti i partecipanti (proprio tutti, so essere un gran rompiscatole) a rispondere a tre domande base: chi siamo? Dove vogliamo arrivare, quali sono i nostri obiettivi? Cosa ci serve per raggiungerli?

Eh, tre domande base, identiche, ma son domande che fanno affiorare di tutto e di piú.

Ogni incontro inizia nello stesso modo, ma apre un mondo diverso, si sviluppa in modo diverso, aprendo prospettive, evidenziando a volte delle opportunitá, altre volte delle criticitá, o un bel mix di tutto.

C’é chi ha le idee ben chiare, obiettivi alti e sogna di diventare un impresario, e c’è chi mi guarda e mi chiede che senso ha porsi degli obiettivi troppo grandi se poi puó succedere, come negli ultimi mesi, che le piogge scarseggiano e si perde la produzione. C’é chi non sa come definirsi, come definire il gruppo di cui fa parte, ma piú per una questione di non essersi mai posto la domanda. C’é chi nel bel mezzo delle chiacchiere realizza sorridente che é interessante farsi queste domande, capire il presente, sognare il futuro e disegnare insieme il cammino per raggiungere un meta comune.

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Non é sempre facile, perché sto molto attenta a non influenzare le risposte, a far si che quello che metto blu su bianco sia veramente ció che i partecipanti degli incontri mi raccontano, e a volte mi trovo davanti persone talmente prove di risorse che non riescono a pensare a come gestirle, caso riuscissero ad averle a lungo termine. Ma siamo qui per questo no? Ogni criticitá é uno stimolo, per la serie “non esistono problemi, solo soluzioni” e quando le soluzioni son ragionate assieme e cucite sulla realtá, sono piú a portata di mano, e sostenibili nel tempo.

Un’altra cosa interessantissima a cui ho presto parte in questo ultimo mese é stata una dimostrazione culinaria promossa dal CAM, rivolta alle mamme della comunitá, in cui si insegnava come fare delle pappe usando come base una sorta di polenta. É stato molto interessante, e fondamentale per capire come impostare le attivitá di educazione alimentare, che son giá in fase di preparazione in collaborazione con la Direzione di Salute di Caia. E sono in cantiere anche le azioni micro finanza, visto che un obiettivo presentato da tutti i gruppi finora é la creazione di un fondo.

La prossima settimana entreranno ufficialmente nell’equipe Ana e Francisco, che mi affiancheranno nelle attivitá sociali. Hanno giá partecipato a qualche incontro, per iniziare a vedere nella pratica che tipo di attivitá realizzare con i gruppi di produttori.

Che dire? Stay tuned perché qui di novitá ce ne sono quotidinamente ;)”

Una nuova alleanza per gli allevatori del Mozambico

Una nuova alleanza per gli allevatori del Mozambico

Granarolo 3-1-15Martedì 3 novembre a Bologna, presso la sede di Granarolo, si è tenuta una riunione con l’obiettivo di iniziare a costituire una “alleanza” di soggetti privato-pubblico-associazioni finalizzata al delineare e poi accompagnare un progetto di supporto alla filiera allevamento e trasformazione lattiero-casearia a Beira (Mozambico).

Numerose le realtà presenti: la Vicepresidente dell’Assemblea parlamentare paritetica Acp-Ue Cecile Kyenge, l’assessore della Regione Emilia Romagna all’agricoltura Simona Caselli, un’ampia rappresentanza di Granarolo tra cui il presidente Gianpiero Calzolari, l’Associazione Italiana Allevatori con il direttore Paolo Scrocchi, la Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura con il presidente Massimo Goldoni, Confcooperative/Coopermondo con il direttore Danilo Salerno, il vicepresidente di CEFA onlus Luciano Sita e CAM onlus con il presidente Paolo Rosatti, nonché diversi altri collaboratori di tutti i soggetti rappresentati.

L’iniziativa nasce da un intreccio di relazioni, collaborazioni ed amicizie che uniscono gli attori: in particolare dalla lunga esperienza di collaborazione tra Granarolo e CEFA che ha portato al bellissimo progetto vincitore delle best practice di Expo (cfr. articolo su Africa Milk Project), poi dalla nuova collaborazione per il lavoro in Mozambico tra CEFA e CAM che ha portato già all’approvazione di un nuovo progetto sul supporto ai contadini nella produzione di sesamo, ortaggi e miele nel distretto di Caia, infine dalla positiva esperienza di FEDERUNACOMA per la fornitura di mezzi agricoli per un centro di meccanizzazione in Congo.

Dopo l’incontro i prossimi passi saranno la costituzione di un tavolo tecnico e poi la strutturazione del progetto specifico che lavorerà con gli allevatori a Beira e con la cooperativa di raccolta, trasformazione e commercializzazione Copoleite, nato dopo una missione di pre-fattibilità di CEFA-AIA-CAM a luglio scorso.

Vedi anche l’articolo di Coopermondo.

5 anni con la Caixa Financeira de Caia: le testimonianze – parte 2

 

correttaDopo 5 anni dalla sua creazione, la “Caixa Financeira de Caia” (CFC) continua a raccogliere grande successo tra i membri della comunità di Caia. Numerosi, infatti, sono i pareri positivi espressi non solo dai rappresentanti istituzionali ma anche dai commercianti del distretto di Caia.

 

“Uma autêntica história de sucesso” Queste sono le parole di Doussone Npungo, commerciante di accessori e pezzi di ricambio per motocicli. Inizialmente venditore di abiti usati, grazie ai finanziamenti della CFCaia è riuscito a dedicarsi alla vendita di accessori per moto dato l’aumento della domanda in questo ambito, diventando un agente economico di successo nel distretto di Chemba. Grazie ai suoi profitti e grazie ai prestiti dati dalla CFCaia, il signor  Npungo è riuscito a costruire un’abitazione in muratura e a comprare un furgoncino che utilizza per la sua nuova attività commerciale di trasporti da Chemba al resto della provincia, aiutando cosi altri membri della sua comunità negli spostamenti.

 

PomodoriAnche Nito Lambane, commerciante di Lambane distretto di Chemba, ha sottolineato il cambiamento positivo della sua comunità con l’avvento della CFCaia. I finanziamenti che la CFCaia offre, hanno dato la possibilità di incrementare le attività di allevamento di bestiame e la produzione alimentare con un conseguente aumento del reddito delle famiglie. I profitti ricavati, infatti,  vengono utilizzati sia per ampliare le aree da coltivare sia per ridurre la vulnerabilità delle famiglie.

 

Le attività della CFCaia sembrano non essere solo prettamente finanziarie. Secondo il signor Lambane, infatti, le attività di CFCaia hanno portato grandi insegnamenti a Chemba. Dello stesso parere è il signor Nito Luis Nota, commerciante di abbigliamento. pignoramentoRaccontando la sua personale esperienza, il signor Nota ha raccontato di aver trovato notevoli difficoltà nel rimborsare il credito che gli era stato dato, non solo perché le attività di vendita nel suo negozio erano diminuite, ma anche perché assieme ad alcuni commercianti della zona ritenevano che i termini di rimborso del credito erano abbastanza ristretti, e l’assenza della assicurazione sul credito in caso di morte del mutuatario ancora insolvente, o addirittura in caso di fallimento confermato risulta essere un grande problema, a cui si potrebbe apportare dei miglioramenti. Tuttavia, attraverso le azioni di pignoramento in caso di inadempimento, si è arrivati a migliorare la selezione dei soggetti per l’assegnazione dei prestiti e ad un impegno maggiore nel rispetto dei piani personali di ammortamento.

 

dissone npungo_2Inoltre, i servizi finanziari di CFCaia hanno aiutato a combattere la fame attraverso il finanziamento nel settore agrario e commerciale. Grazie ai finanziamenti della CFCaia, il signor Nota ha visto aumentare il volume della fornitura di merce e di conseguenza le vendite, dandogli la possibilità di acquistare una motocicletta che lo agevola negli spostamenti per raggiungere i suoi clienti o portare la sua famiglia all’ ospedale in caso di necessità. Infine, i finanziamenti di CFCaia hanno contribuito al miglioramento delle costruzioni delle attività commerciali, passando dalle precedenti capanne in paglia, alle costruzioni in muratura coperte da lamiere zincate.

Vedi anche:
Una giornata con la Caixa Financeira (aprile 2014)
5 anni con la Caixa Financeira de Caia (agosto 2015)
5 anni con la Caixa Financeira de Caia: le testimonianze – parte 1 (settembre 2015)
5 anni con la Caixa Financeira de Caia: le testimonianze – parte 3 Giancarlo Finazzer, membro del Conselho fiscal (novembre 2015)

 

 

Africa Milk Project di CEFA – una delle 5 best practice mondiali ad Expo 2015

AfricaMilkProjectI nostri complimenti all’ONG CEFA – associazione con la quale nel 2014 il CAM ha avviato un percorso di partnership, per il riconoscimento giunto per uno dei loro progetti in Tanzania, selezionato tra 800 progetti da tutto il mondo come la migliore “buona pratica” da presentare all’expo 2015 a Milano nella  categoria “Sviluppo sostenibile nelle piccole comunità rurali in aree marginali”.

Con il progetto “Africa Milk Project: ama la tua terra, combatti la povertà, bevi il tuo latte”, CEFA il seme della solidarietà, Granarolo, il Ministero degli Affari Esteri e l’Associazione tanzaniana di allevatori NjoLIFA, vincono il primo premio come migliore Best Practice all’Expo di Milano 2015 nella categoria: “Sviluppo sostenibile nelle piccole comunità rurali in aree marginali”.

Il progetto Africamilkproject si svolge a Njombe, uno dei distretti più poveri della Tanzania. Lavora per sviluppare una vera e propria filiera del latte. La Njombe Milk Factory, la latteria, riceve il latte dagli allevatori locali (famiglie che possiedono una o due mucche al massimo) e lo trasforma. Un piccolo sistema agrozootecnico autosufficiente in grado di produrre latte pastorizzato e distribuirlo alle famiglie e alle scuole, assicurando così cibo, lavoro e la prospettiva economica di potersi reggere sulle proprie gambe. Concepita fin dal principio come un’impresa sociale chiamata ad investire parte dei suoi profitti in attività di supporto alla comunità locale, la Njombe Milk Factory rappresenta un esempio nel territorio del distretto di Njombe. Tra gli obiettivi vi è anche l’emancipazione della popolazione, perché la libera dalla dipendenza esclusiva dal latte in polvere che proviene principalmente dal Kenya ed è rischioso per la salute, perché spesso viene diluito con acqua sporca.

Tra circa 800 progetti, esaminati da una commissione di cui facevano parte personaggi del calibro del fotografo Salgado e del Principe Alberto di Monaco, Africa Milk Project è una delle 5 Best Practices di Expo Milano 2015. Sarà dunque presentato come best practice a livello mondiale all’interno del Padiglione Zero, sviluppato in collaborazione con le Nazioni Unite, la porta di ingresso dell’Esposizione Universale di Milano da dove passeranno oltre 20 milioni di visitatori. Il progetto verrà illustrato attraverso un film, realizzato da Expo 2015, che racconta la storia degli “eroi” di questo piccolo miracolo.

AfricaMilkProject lGuarda il sito ufficiale dell’Expo con i vincitori e clicca sopra Tanzania (Priority 4) oppure vai alla scheda del progetto.

http://www.africamilkproject.org/

Djonemabum – una giornata nel profondo del distretto

Djonemabum – una giornata nel profondo del distretto

AbitantiPubblichiamo il racconto e le immagini di una giornata fuori dall’ordinario, inviati da Enrico Pietroboni, che da marzo 2014 segue il settore sviluppo rurale a Caia.

Questo mese vi parlerò di Djonemabum.

L’azienda agricola del CDAC ormai possiede una discreta mandria, ed ora si è venuto a creare un problema di spazio. Qui in Mozambico non esiste l’idea che le vacche restino chiuse, ma si portano a pascolare. Con l’espandersi delle attività dell’azienda e dei campi coltivati ci siamo ritrovati con mancanza di luoghi ove loro potessero pascolare. Accade spesso che le mucche (sia nostre che in generale) sconfinino in orti dove non dovrebbero andare. Per non avere problemi abbiamo deciso di spostare la mandria in una zona più verso l’interno del distretto per poter incontrare zone di pascolo adeguate.

Così Ferrão, il direttore del CDAC, si è mosso per individuare il luogo e iniziare a prendere i necessari contatti. Dopo qualche giorno arriva e mi comunica che il luogo prescelto si trova nel villaggio di Djonemabum.

In Mozambico tutta la terra è di proprietà dello stato, è lo stato, in accordo con la popolazione, che decide a chi concedere in uso, e per quanto tempo, la terra. Per questo bisogna innanzitutto incontrare le autorità locali e la comunità confinante.

Abbiamo eseguito un primo sopralluogo…e siamo riusciti ad arrivarci perché il trattore qualche giorno prima aveva “aperto” la strada. Ci siamo seduti con l’autorità tradizionale più alta (che si chiama Nfumo) e ci siamo accordati per ottenere l’assenso del villaggio all’uso della terra, al prezzo di alcune casse di “bibite” varie e la necessaria cerimonia con gli spiriti degli antenati, ci hanno detto che avrebbero fissato la data di consegna ufficiale.

Chefe de PostoFissata la data, abbiamo contattato la “Chefe de posto de Murraça”, l’autorità che rappresenta lo stato e il Regulo responsabile della zona di Djonemabum, altra autorità tradizionale di livello più alto del Nfumo.

Sulla strada per il villaggio sento la Chefe di posto che più volte esclama il suo stupore per la lontananza di Djonemabum. Sottovoce chiedo a Ferrão il perché di tutto questo stupore e lui mi spiega che è la prima volta che la signora va al villaggio e quindi non ha la minima idea delle distanze, solitamente sono gli abitanti che vanno da lei…

Arriviamo al villaggio, piccola sosta per scaricare tutti i viveri necessari per la cerimonia, poi riprendiamo la macchina e ci avventuriamo al nostro campo.

Sulla strada per arrivare al campo la Chefe di posto nota una casetta, di paglia, piccola piccola ma dignitosa, ed esclama: “Ma bravi!, avete anche le latrine!”… silenzio assoluto in macchina… dopo alcuni secondi il Nfumo le risponde: “A dir la verità quella è la casa del professore della scuola…”Ottimo, penso io!

Arriviamo al campo, e qui tocchiamo con mano per la seconda volta i nostri futuri 250 (o 300, c’è ancora incertezza) ettari: 200 per la mandria e 50 per le coltivazioni. Siccome la prima volta non avevo capito bene le dimensioni del campo chiedo che mi vengano spiegate un’altra volta, e scopro che non è che non le avevo capite: è proprio impossibile delimitare a vista 250 ettari, comunque sono tanti e lo spazio è parecchio!

campo

Illustriamo alla Chefe di posto il nostro piano di costruire un magazzino e una fonte di acqua… e qui la seconda sorpresa… il Nfumo del villaggio esclama: “Ma come? Costruite l’acqua per voi e a noi che non ne abbiamo, niente?”
Qui “cadiamo tutti dal pero”, io e Ferrão ma anche la Chefe de Posto: nessuno sapeva che a Djonemabum non c’è l’acqua, la fonte più vicina è a circa 9 Km.

La Chefe de posto subito chiede a noi… io spiego che la nostra situazione attuale non ci permette di finanziare la costruzione di una fonte per il villaggi, allora lei ci pensa un attimo, fa due telefonate (incredibile, in mezzo al nulla il cellulare prendeva!) e risolve: sposta qui una fonte che doveva essere scavata in una zona in cui non era indispensabile. Indirettamente la nostra scelta ha portato l’acqua in questo villaggio!

Concluso il sopralluogo al campo scorgo rientrando la scuola, così mentre la Chefe discute di altri problemi con gli abitanti che stanno approfittando della sua presenza, chiedo il permesso di visitarla.

ScuolaLa scuola (la vedrete tra le fotografie), che è usata anche come cappella…è in condizioni… che giudicherete voi. Qui le pareti sono un optional… la lavagna… una lastra più o meno… e quando piove niente lezioni ovviamente! Con me c’è uno dei due professori e allora ne approfitto per fare due chiacchiere. Emerge  tutta l’amarezza di chi, non solo dopo aver studiato si trova mandato in questa zona sperduta e sprovvista di tutto, ma anche di chi si sente abbandonato, sia dalle istituzioni ufficiali sia dal villaggio, perché è difficile migliorare la situazione senza aiuti esterni. I professori sono due, fanno una settimana a testa, così dopo una settimana vicina all’alienazione se ne tornano alla città più vicina per riprendere contatto con la civiltà. Entrambi i professori, destinati qui dal governo, sono nati in città ben più sviluppate.

Rientriamo al villaggio e inizia il rito del passaggio del terreno. La Chefe de Posto domanda ad una rappresentanza se sono d’accordo a destinare quello spazio a noi, loro in coro rispondono sì. La parte istituzionale è fatta, adesso quando torneremo a Murraça prepareremo tutte le carte.

La seconda parte è per gli spiriti, ci raduniamo attorno ad un alberello sacro e qui inizia la cerimonia alla presenza di quasi tutto il villaggio, vengono interpellati gli spiriti degli antenati e vengo loro offerti doni quali sigarette, farina e bibite, alcoliche e non. Così anche la parte tradizionale è eseguita.Cerimonia

Adesso inizia il banchetto, e siccome a Djonemabum non c’è l’acqua hanno portato per noi del vino di palma fresco fresco! Purtroppo, visti gli impegni della Chefe de Posto noi siamo dovuti andarcene prima, comunque io una bottiglia di vino di palma fresco me la sono portata a casa!

E così si è conclusa una giornata diversa dalle solite qui in Mozambico!