Incontri ravvicinati del terzo tipo … in Mozambico

Incontri ravvicinati del terzo tipo … in Mozambico

Poteva essere l’inizio perfetto di un film di fantascienza. Completamente persi Mozambico, tra alti campi di mais, in qualche località senza nome fuori dalla strada principale e qualsiasi sistema di localizzazione.
E all’improvviso, tra le foglie, si incontrano loro.

Bianchi. Perfettamente uguali. Tutti in fila come un piccolo esercito. Sembrerebbero alieni pronti per un’invasione della Terra.

Con protagonisti così, basterebbe solo qualche effetto speciale, del fumo in sottofondo per esempio, e sarebbe il setting perfetto per un film dell’orrore.

Ecco, appunto.

Ma no.
Non si tratta di un’invasione aliena, e nemmeno di un film ambientato in Mozambico. Ma di un momento di formazione per i beneficiari del progetto SOMiCa, che nelle scorse settimane hanno appreso come realizzare il miele utilizzando metodi e tecniche moderne.

Il SOMiCa é un progetto promosso a Caia da CAM e CEFA, un’altra associazione di Bologna il cui focus è legato all’agricoltura.
Gli obiettivi del progetto riguardano la produzione di ortaggi, sesamo e, appunto, miele. Tutti prodotti che possono garantire un livello di sussistenza dignitoso alle famiglie di camponês del distretto. Tutti coloro che dipendono solo esclusivamente dalla benevolenza della terra mozambicana, o dai suoi capricci.
Il miele è uno dei tanti tasselli che si inseriscono nel mosaico di iniziative per spingere il Mozambico e la sua gente fuori dal circolo della povertà.

In Kenya, Tanzania, Sud Africa e altre regioni, la produzione di miele è una realtà già solida e redditizia. E in Mozambico si stanno vedendo i primi timidi tentativi in questo campo.
Nel frattempo prendiamo nota per migliorare.

Lui è Ivano Deltetto, il nostro formatore. È venuto direttamente dall’Italia per fare alcuni giorni di formazione ai beneficiari del progetto e per raccontare tutto quello che c’è da sapere sulle api.
Oggi Ivano fa l’apicoltore in Italia. Ma le prime tecniche di produzione del miele le aveva apprese durante un progetto in Tanzania, alcuni anni fa. Di certo non avrebbe potuto immaginare di tornare in Africa per insegnare, a sua volta, proprio questa disciplina.
E così, con il suo arrivo in Mozambico, il cerchio si chiude. Questi giorni Ivano è stato ospite assieme a noi delle strutture del Consorzio, rispondendo con infinita pazienza a tutte le nostre (tante) curiosità, e affascinandoci con le sue approfondite conoscenze sul mondo delle api.
Assieme a lui è arrivata a Caia una bella ventata di allegria, novità.. e degli ottimi salumi piemontesi!

Anche per questo.. grazie Ivano! Torna ancora a trovarci!

Insomma, per qualche giorno, qui a Caia, il piccolo mondo delle api non é mai sembrato così grande.

Un ecosistema complesso e perfetto, nel quale ognuno sembra sapere perfettamente cosa fare, senza che nessuno debba comandare. E dal quale dipende tutto il delicato ecosistema della natura circostante.
La formazione di questi giorni è stata interessantissima e ricca di scoperte. Certamente un nuovo primo passo per fare del progetto SOMiCa una realtà in Mozambico. Ma i prossimi passi, anzi, la camminata dovranno poterla fare i mozambicani stessi.
Chissà il futuro impatto nelle comunità che potrà avere il miele fra qualche anno.
Di sicuro qualche primo risultato lo possiamo già apprezzare.
E vi assicuro … è buonissimo!
Gergelim: dal sesamo sbocciano incontri e possibilità

Gergelim: dal sesamo sbocciano incontri e possibilità

Sembra incredibile che da un seme così piccolo, come quello di sesamo, possano nascere così tante cose. Perché sì, dal gergelim, come viene chiamato così in Mozambico, non nascono solo alte piante dai fiori bianchi, ma germogliano anche possibilità di ricchezza e speranza per tante famiglie, fiorisce il lavoro nella machamba, sbocciano incontri e possibilità e si costruiscono insieme progetti sul futuro, come il progetto SOMiCa, promosso dal CEFA di Bologna insieme al CAM.
E i frutti di questo minuscolo seme abbiamo voluti vederli anche noi, scendendo nella machamba assieme ad un gruppo di beneficiari del progetto per assistere ad una delle dimostrazioni pratiche che vengono realizzate per accompagnare i contadini nella coltivazione di questa pianta.

Mano alla zappa! Si scende in campo!
Per prima cosa, bisogna sporcarsi le mani. Il sesamo viene mischiato con la sabbia per migliorare la resa nel terreno, isolarlo dall’umidità e disperderlo piú facilmente.

A distanza regolare si fissano dei paletti alle estremità del campo, e ad essi viene fatto correre un filo. Quello sarà la guida per i filari di sesamo da seminare.

Quello nella machamba é un vero lavoro di squadra. Ognuno segue la propria corda tracciata a terra, seminando una manciata di sesamo ogni 25-30 centimetri. Si parte tutti insieme da un estremo all’altro del campo e ci si incontra a metà strada. Così ci si mette di meno, e insieme, anche lavorare diventa più divertente.

In una sola giornata abbiamo sperimentato la fatica del lavoro, in Africa. Sono davvero pochi i ripari per difendersi dal sole implacabile a picco sulle teste. L’acqua è sempre la risorsa più utile, più preziosa.

Il Mozambico è uno tra i maggiori produttori di sesamo al mondo. La maggior parte viene esportata in Asia e nel resto del mondo, dove questo seme prezioso è richiestissimo per le sue numerose proprietà benefiche. Qui invece non viene consumato, ma la sua vendita permette un buon sostentamento economico alle famiglie che lo coltivano nel proprio pezzo di campagna.
I passi per uscire dal ciclo della povertà passano anche da qui.

Terminiamo il lavoro, stanchi ma soddisfatti.
La giornata si è trasformata in una gara e una festa, per chi riusciva a completare il proprio pezzo di terra prima degli altri.
Il premio? Un abbondante piatto di riso e pollo che già ci aspettava al traguardo.

Quello che vedete al centro della foto é il grande sorriso di Alverino, un venticinquenne coetaneo che ho conosciuto nelle vie di Caia e che ho ritrovato casualmente anche qui, nelle dimostrazioni del progetto SOMiCa.
Lavoro, festa, incontri. Dal sesamo nascono tante cose!

Insieme oggi abbiamo condiviso il lavoro nella machamba e, alla fine, condividiamo anche un pranzo a base di riso. Lui mi racconta il suo lavoro, fa l’autista di camion, ma ha trovato una possibilità di ricchezza nella coltivazione del sesamo, assieme a suo padre.
Spera di potersi assicurare un buon futuro per lui e per la sua famiglia. E parlando di futuro, chissá, forse sposarsi, avere dei figli e una bella casa in cui vivere.
E come dargli torto? Non è, in fondo, un po’ il sogno di tutti?
Cambiano le latitudini, ma siamo sempre gli stessi.

Lorenzo Dalbon – febbraio 2018

Commercio internazionale, sostenibilità e utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura

Commercio internazionale, sostenibilità e utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura

Un nuovo evento per parlare di sostanze chimiche nell’agricoltura trentina: Geremia Gios, venerdì 23 Febbraio alle 16:00 in Sala Aurora ci parlerà di connessioni tra commercio, agricoltura, ambiente, salute. A seguire, vi sarà la possibilità di una visita guidata alla mostra ‘Il costo umano dei pesticidi’ di Piovano. Vi aspettiamo!

AfricHand project, una mano per l’Africa

AfricHand project, una mano per l’Africa

Il CEFA, col sostegno di molti partner e la collaborazione del CAM in Mozambico dà il via ufficiale al grande progetto di sostegno alla filiera del latte a Beira, che comprende anche delle componenti di lavoro su agricoltura e nutrizione e un intervento nella provincia di Gaza nel sud del Mozambico. Il progetto sarà presentato giovedì 1° febbraio alla Fieragricola di Verona: ecco qualche dato nell’articolo pubblicato da AgroNotizie e Allevatori Top.

Con le donne del Mozambico per creare agricoltura ed una vera filiera latte nelle province di Gaza e Sofala. Ne parleranno Giovanni Beccari di Cefa e Giovanni De Luca di Allevatori Top a Fieragricola il prossimo giovedì 1° febbraio.

Dopo anni di guerra civile, il futuro del Mozambico sta prendendo forma, ma il problema della malnutrizione resta un aspetto prioritario nell’agenda di qualsiasi intervento, così come il tema della sicurezza alimentare.
Ecco perché Cefa, organizzazione non governativa che da più di quaranta anni è attiva in Africa, ha pensato ad un progetto di filiera dedicato al latte, coinvolgendo le comunità rurali nelle province di Gaza e Sofala e puntando sulle donne, vero motore dell’economia africana.
“Abbiamo una lunga esperienza in Africa – spiega Giovanni Beccari – e la filiera latte che abbiamo creato in Tanzania più di dieci anni fa, oggi prosegue autonomamente, con un forte impatto positivo sulle comunità rurali. Ecco perché abbiamo pensato ad un progetto analogo, ma esteso anche ad altri obiettivi, come la lotta alla malnutrizione.
AfricaHand project, questo il nome dell’iniziativa che si terrà nell’ambito di Fieragricola, giovedì primo febbraio, area forum del Padiglione 9, alle 14.00, avrà tre aree principali di intervento:

  • Zootecnia: per sviluppare l’allevamento, aumentare la produzione di latte e di foraggio locale.
  • Agricoltura: per trovare soluzioni sostenibili per incrementare la produzione di fagioli (apportatori di proteina), mais e patata dolce.
  • Educazione e sicurezza alimentare: per promuovere i concetti chiave di una corretta e sana alimentazione, incontrando le donne, andando nelle scuole a parlare con i bambini.
Cefa ha scelto di puntare sulle donne perché le donne reinvestono fino al 90% dei loro guadagni in cibo, salute e istruzione. Perché generano reddito e contribuiscono a rompere il ciclo della povertà.

Allevatori Top è partner di Cefa e conosce da vicino i volontari della Ong impegnati sul campo ogni giorno. Alcuni di noi in passato hanno avuto la possibilità di incontrare gli allevatori locali e ci è bastato osservare con quanta devozione accudiscono le proprie vacche per capire perché, mai come oggi, occorra dar loro la possibilità di crescere.
L’impatto di una sola vacca da latte in una comunità africana è un “evento” capace di cambiare gli orizzonti di chi la alleva, della sua famiglia, dei suoi figli e di tutta la collettività.
Non occorre una grande mandria, basta una sola vacca per dare una svolta.
Si crea istantaneamente una primordiale filiera produttiva: cambia l’indirizzo colturale degli appezzamenti di terra disponibili orientandolo ai foraggi, l’agricoltore diventa allevatore e come tale è responsabile della salute dei propri animali. Poi arriva il latte, un prodotto di pregio, che il mercato apprezza ed è disposto a pagare.
Le possibilità di successo sono concrete e la recente approvazione da parte del ministero degli Affari esteri di un articolato progetto triennale che vede come capofila il Cefa, insieme a Granarolo, FederUnacoma, Aci, Coopermondo, Consorzio Associazioni con il Mozambico, Comune di Reggio Emilia, Fondazione E35 e Regione Emilia Romagna conferma la validità di questa iniziativa.
Ecco perché saremo a Fieragricola per presentare il progetto e parlare con Cefa di ciò che tutti noi possiamo fare per il successo dell’iniziativa.
Da allevatore ad allevatore… una mano per l’Africa!
Contatti stampa
Giovanni Beccari (Cefa): g.beccari@cefaonlus.it, tel. 339.189.0923.
Giovanni De Luca (Allevatori Top): deluca@allevatori.top, tel. 334.628.3888.

Genere, energie rinnovabili, agricoltura e area tecnico-ambientale: concluse le missioni di ottobre

Genere, energie rinnovabili, agricoltura e area tecnico-ambientale: concluse le missioni di ottobre

Sono rientrati il 29 ottobre dal Mozambico Isacco Rama e Giorgia Depaoli del CAM Trento, che hanno trascorso alcune settimane in Mozambico per due missioni di monitoraggio e progettazione.

Isacco Rama ha lavorato come consulente per il mid term survey sul progetto agricolo Somica che coinvolge 1600 contadini del distretto di Caia nelle filiere del sesamo, degli ortaggi e del miele. Si è poi dedicato al monitoraggio delle attività di appoggio al Servizio Distrettuale di Pianificazione e Infrastrutture per l’aggiornamento dei piani territoriali delle cittadine del distretto di Caia, progetto coordinato da Pinto Josè Martins con l’appoggio di Federico Berghi. Ha infine trascorso l’ultimo periodo a Beira dove l’equipe di collaboratori mozambicani composta da Helder Domingos, Leopoldina de Jesus e  Achiton Cassamo porta avanti il progetto di supporto al Municipio di Beira per l’area di gestione dei rifiuti solidi urbani.

Giorgia Depaoli ha svolto la prima parte della sua missione a Maputo per incontrare alcuni soggetti attivi nei settori delle energie rinnovabili e dei progetti di genere. Accompagnata dalla Rappresentante Paese del CAM in Mozambico Anna Turco, si è poi recata a Beira per incontrare l’equipe multisettoriale dell’Università Zambesi, incaricata di eseguire uno studio di genere che prevede tra l’altro 100 interviste a Caia e a Beira.

L’ultima parte della missione si è svolta a Caia, dedicata sia alla conoscenza del programma e delle attività che si svolgono nel distretto, sia ad una consulenza sull’approccio alle tematiche di genere nei progetti attivi e nella progettazione futura. Anche in questa missione una parte del programma era dedicata alla consulenza specifica per il progetto Somica, nel quale l’inserimento di tematiche di genere è previsto come valore aggiunto a fianco di altre aree trasversali come ambiente, nutrizione, innovazione tecnologica.