Un progetto per Giorgia

Un progetto per Giorgia

È passato un anno da quando Giorgia Depaoli ci ha lasciati. Il suo impegno nella cooperazione internazionale è stato fonte di ispirazioni per molti di noi che hanno avuto il piacere di conoscerla.

In particolar modo, Giorgia si interessava dei diritti delle donne e della battaglia per la parità di genere, temi che promuoviamo attraverso diversi progetti di sviluppo umano, alcuni dei quali nati dalla collaborazione con Giorgia. Per rendere omaggio alla sua missione di una realtà sociale in cui uomini e donne hanno pari diritti, abbiamo deciso insieme ai genitori e ad alcuni amici di Giorgia, di lanciare un progetto in suo ricordo, che avrà lo scopo di:

  1. costruire una sala chiamata “Sala Giorgia” che sarà adibita alle attività promosse dal gruppo donne “parità di genere” a Caia – euro 16.000 €
  2. assicurare un contributo annuale per lo svolgimento delle attività di sensibilizzazione ai diritti delle donne di euro 3.000 € per tre anni

Queste attività si svolgeranno a Caia, dove dal 2018, Giorgia collaborava con diverse realtà territoriali per fare in modo che tutte le donne avessero il modo di esprimere le proprie idee. Grazie alla sua esperienza di oltre 20 anni nella cooperazione internazionale, nella progettazione e nella gestione di fondi, il CAM garantirà la serietà e la continuità del progetto.

Chiunque volesse contribuire al progetto, verrà informato dello stato avanzamento lavori e di tutte le attività del gruppo donne “parità di genere“.

Le donazioni possono essere trasmesse tramite bonifico bancario con la causale “Ricordiamo Giorgia” intestato al nostro IBAN. Tutti i versamenti sono fiscalmente detraibili.

 

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Cogliamo l’occasione per rilanciare l’intervista a Giorgia pubblicata a inizio 2022 da ACCRI che l’associazione ACCRI aveva scritto riguardo a Giorgia, in cui lei spiegava cosa significhi essere una donna nella cooperazione internazionale e il motivo per cui è importante investire nella presenza femminile nell’ambito degli aiuti internazionali.

Contribuisci al progetto "Ricordiamo Giorgia"

Se lo desideri, qui puoi scaricare per diffonderlo il volantino di presentazione del progetto preparato da alcuni famigliari e amici di Giorgia!

VOLANTINO PDF

Per la salute di mamme e bambini – equipaggiamento e formazione ostetrica

Per la salute di mamme e bambini – equipaggiamento e formazione ostetrica

Durante la visita del gruppo di volontari e membri del direttivo, a novembre 2022, il CAM in collaborazione con l’AMS di Trento, ha donato al reparto di ostetricia dell’ospedale di Caia un apparecchio di ecografia, uno strumento fondamentale per il controllo delle gravidanze e molto utile per intervenire in caso di problematiche.

In occasione della consegna ed installazione del macchinario la dottoressa Bruna Zeni, una dei partecipanti al viaggio, ha tenuto una formazione di due giorni rivolta al personale specializzato di ostetricia dell’ospedale, incentrata sulle tecniche di ecografia ostetrica. In questi mesi è rimasta in contatto telefonico e online per assistenza. E’ inoltre in programma una futura formazione per il personale ostetrico di Caia della durata di circa 10 giorni, che sarà tenuta da una ginecologa italiana volontaria esperta in ecografia.

L’assistenza ostetrica, specialmente nei distretti decentrati come quello di Caia, è fondamentale per intervenire nella promozione della salute materno-infantile. L’accesso ai servizi per le emergenze ostetriche rappresenta uno dei principali indicatori del livello di disuguaglianza sociale tra Paesi sviluppati e Paesi meno sviluppati (vedi box).
Con questo piccolo supporto vogliamo contribuire a rendere migliore l’accompagnamento al parto, sviluppando competenze tra il personale che possano contribuire a salvare vite di mamme e bambini!

Buona festa della mamma a tutte le mamme di Caia!

Il tasso di mortalità materna (calcolato come numero di decessi per 100.000 parti) è mediamente di 12 nei Paesi industrializzati e di 500 nell’Africa a sud del Sahara. È però da un altro indicatore – il “maternal mortality lifetime risk” (rischio di mortalità materna nel corso della vita), che tiene conto anche del tasso di fertilità e quindi del maggior numero di eventi con rischio di decesso che una donna deve affrontare nei Paesi in via di sviluppo – che il divario tra Occidente e resto del mondo emerge con la massima nettezza. Il “rischio di mortalità” infatti è pari a una probabilità su 39 per una madre africana, rispetto a 1 ogni 4.700 per una donna europea o nord-americana – oltre cento volte di più!

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni giorno nel mondo 800 donne muoiono durante la gravidanza o nel dare alla luce un bambino. Nell’assoluta maggioranza dei casi, quella morte potrebbe essere prevenuta con adeguate diagnosi e assistenza prenatale.

L’80% delle cause del decesso è ascrivibile a emorragie o infezioni susseguenti il parto, a ipertensione (eclampsia) durante la gravidanza o a un aborto praticato in condizioni non sicure. Nei casi residui, la causa della mortalità è imputabile alla malaria o ad altre malattie.

Fonte: https://www.unicef.it/

Un nuovo progetto per contrastare ogni forma di violenza di genere

Un nuovo progetto per contrastare ogni forma di violenza di genere

In molti stati africani, come il Mozambico, il concetto di violenza di genere non è pienamente compreso a livello culturale, e la popolazione spesso non è adeguatamente informata sull’argomento. Per questo motivo, attori governativi e non si stanno impegnando a rafforzare il quadro legislativo a riconoscere la violenza di genere come un crimine. È quindi fondamentale contribuire alla creazione di una società più giusta in cui uomini, ragazzi, donne e ragazze condividano pari opportunità in termini di accesso ed esercizio dei loro diritti umani, e contribuiscano al benessere di tutti.

Negli ultimi anni, ci sono stati alcuni miglioramenti in Mozambico con l’approvazione di strumenti chiave, sia a livello nazionale che internazionale. Infatti, l’Unione Europea, le Nazioni Unite e alcuni stati africani, tra cui il Mozambico, hanno approvato il piano di lavoro annuale 2020 dell’iniziativa Spotlight (clicca qui per apprfondire) per porre fine alla violenza e alle pratiche dannose contro donne e ragazze.

Sulle orme di questa iniziativa è nato il progetto “Scuole inclusive e libere da ogni forma di violenza di genere” (per saperne di più, clicca qui), finanziato dall’Agenzia Coreana per la Cooperazione Internazionale ed implementato grazie alla partnership con UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione), il CAM e il Ministero della Salute del Mozambico. L’obiettivo è quello di espandere gli effetti di questo processo di sensibilizzazione nella provincia di Sofala per contribuire allo sradicamento della violenza contro le donne da parte di uomini e ragazzi, per sensibilizzare giovani e adulti sulla violenza di genere dal punto di vista dei diritti umani, e sul ruolo che possono svolgere nel combattere questo fenomeno. Come è emerso ampiamente in precedenza, l’istruzione gioca un ruolo cruciale nel rendere le persone, e specialmente i bambini, capaci di diventare attori attivi nel trasformare le loro società e cambiare le cause alla radice della violenza, e specialmente della violenza di genere.

In occasione del lancio del progetto, abbiamo intervistato Nicola Camandona, responsabile CAM del progetto a Beira.

– Com’è stato accolto il progetto? I riscontri sono apparsi subito positivi oppure qualcuno ha mostrato perplessità e/o riluttanza?

Il progetto è stato accolto bene in tutte le scuole, in tutti i casi si tratta della prima iniziativa sul tema della violenza di genere dedicata a studenti e non a studentesse, quindi una novità interessante. Ovviamente il processo sarà lungo e ci vorra tempo sia per gli studenti che per le scuole in generale per digerire alcune tematiche, ma siamo fiduciosi.

Un piccolo progetto, ma con grandi margini di crescita!

Nicola Camandona

Responsabile CAM del progetto

–  Spesso sono donne a seguire progetti  relativi alla violenza di genere, com’è coordinare una tale iniziativa essendo un uomo? Secondo te è un valore aggiunto oppure a volte può essere limitante?

Credo che la nostra sia una squadra ben organizzata. Io sono uomo, ma la mia collega e responsabile delle attività di campo è una ragazza – Sheila Duarte. Questo ci da equilibrio. Personalmente penso che sia interessante da uomo affrontare queste tematiche e coordinare questo progetto. Non lo vedo come un limite, soprattutto perchè i beneficiari diretti sono dei ragazzi. Forse questo può aiutare anche loro.

– Nel progetto sono coinvolti diversi attori, da agenzie internazionali ad attori locali, puoi spiegarci come interagiscono e si relazionano in questa partnership? Ci sono state difficoltà nell’armonizzare diversi standard e metodologie di lavoro?

Sicuramente non è stato semplice inizialmente organizzare i diversi attori in campo. Si tratta di istituzioni pubbliche e agenzie internazionali ed è stato personalmente complicato capire alcune dinamiche. Ora credo però che la situazione sia decisamente migliorate e si sia trovato un buon equilibrio tra tutti gli attori. Nella pratica il CAM funge da anello di congiunzione tra UNFPA e gli attori locali. Siamo noi responsabile dei rapporti con le direzioni provinciali di educazione e salute, con le direzioni provinciali e con le stesse scuole. All’inizio può sembrare confuso ma una volta conosciute personalmente tutte le persone è stato più semplice gestire i rapporti.

– Qual è il ruolo del CAM in questo progetto? Ha un ruolo molto attivo?

Il CAM oltre a gestire i rapporti istituzionale, come precedentemente detto, si occupa di tutto quello che è la gestione logistica delle attività e della parte di contenuti. Abbiamo un ottimo di team internazionale di esperti di GBV (gender-based violence, violenza di genere) Eugenio Gujamo e Sara Borrillo che si sono occupati di sviluppare i manuali di formazione per i corsi che abbiamo organizzato per professori e per studenti ed un manuale per le attività di sensibilizzazione che gli studenti formati stanno mettendo in pratica nelle proprie scuole. Inoltre ora inizia un fase molto importante, sempre gestita dal CAM, che prevede una ricerca – tanto a livello locale quanto a livello internazionale – che porterà allo sviluppo di un nuovo manuale di best practice da utilizzare in caso di casi di violenza di genere all’interno delle scuole.

A cura di Anna Mattedi

Escolinhas 2021 – riabilitazioni e ripartenza

Escolinhas 2021 – riabilitazioni e ripartenza

Il nuovo report escolinhas è online! Parole, dati, testimonianze, immagini raccontano il 2021 del progetto: le attività porta a porta, la ripartenza ad ottobre, la formazione degli educatori agli strumenti digitali, i lavori di ristrutturazione finanziati dall’Ambasciata Giapponese, i costi del progetto ed i sostenitori.

Potete visualizzarlo o scaricarlo a questo link.


Un ringraziamento va a tutti i sostenitori del progetto. Grazie ad un’istruzione inclusiva e di qualità per centinaia di bambine e bambini contribuiamo insieme ogni giorno ad un futuro migliore per la comunità di Caia.

Per sostenere anche tu il progetto escolinhas, magari come regalo o ricordo per una occasione, vai alla campagna “Adotta una Escolinha”. 

 

Foto di copertina @PaoloGhisu

 

L’Ambasciatore del Giappone inaugura le escolinhas Miriam e Kukomerua riabilitate

L’Ambasciatore del Giappone inaugura le escolinhas Miriam e Kukomerua riabilitate

Il 28 luglio 2022 è finalmente avvenuta la cerimonia di inaugurazione ufficiale delle ristrutturazioni alle escolinhas Miriam e Kukomerua di Caia, alla presenza dell’Ambasciatore del Giappone in Mozambico Kimura Hajime. I lavori, avvenuti nel corso del 2021, sono stati infatti possibili grazie ad un finanziamento di 59.000 euro dell’ambasciata del Giappone in Mozambico.

I lavori sono stati affidati ad un’impresa locale, la FBM Empreitadas, che aveva già lavorato precedentemente nell’escolinha DAF, ed hanno coinvolto una squadra di 26 artigiani per un periodo di circa cinque mesi. Le strutture sono state dotate di una recinzione, una cucina, una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana e una serra. Inoltre, sono stati migliorati gli edifici delle aule e dei blocchi amministrativi e sanitari.

Dopo un primo incontro di saluto presso la sede dell’Amministrazione Distrettuale di Caia l’ambasciatore, la rappresentante del CAM e l’amministratore locale, si sono diretti verso le escolinhas, per mostrare i lavori effettuati grazie al finanziamento concesso. Li sono stati accolti da un gruppo musicale locale, dai bambini e i loro genitori, dall’equipe del CAM e dalla comunità.

In rappresentanza del CAM c’era Marina Bosetti, Rappresentante di paese in Mozambico, che ha introdotto l’incontro spiegando la storia del CAM e riassumendo le attività e i progetti implementati nell’ambito socioeducativo negli ultimi vent’anni.

Dopodiché, l’ambasciatore del Giappone ha preso la parola esprimendo soddisfazione per come il CAM ha gestito il progetto e i lavori, annunciando la disponibilità a finanziare nuovamente progetti simili in futuro. Venuto direttamente da Maputo, si è mostrato molto aperto nel capire le necessità del distretto e nell’appoggiare le scelte future dell’amministratore locale. Inoltre, ha ricevuto in regalo una maglietta del CAM che ha indossato subito con molto entusiasmo.

La visita si è conclusa con un momento più informale alla sede CAM di Caia, dove è stato offerto un rinfresco.

Sapevi che puoi supportare l’attività delle escolinhas

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