Seppur sotto lo sfondo della pandemia globale, nel 2020 il CAM ha portato avanti tanti progetti, sia nuovi che già ben avviati, ampliando la rete di collaborazioni e dando vita a nuove sinergie. Le sfide poste dal COVID-19 ci hanno spesso portato a modificare i piani, rallentare le attività ma non ci hanno mai fermato! Vi abbiamo raccontato gli sviluppi passo passo e adesso vogliamo ricapitolare insieme a voi questo anno in un video di 20 immagini.
Grazie a tutti coloro che anche con un semplice gesto ci hanno accompagnato in questo anno tumultuoso.
Lungo il 2020, il CAM ha avviato i lavori di costruzione e riabilitazione legati all’area gestione dei rifiuti nel mercato Maquinino nella città di Beira, nel quadro del Programma Limpamoz, promosso dal Consorzio Associazioni con il Mozambico e da Progettomondo Mlal con il supporto finanziario della Provincia Autonoma di Trento e dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo.
Sono stati realizzati diversi lavori: la costruzione di una piattaforma in cemento per i container dei rifiuti, la ristrutturazione di un piccolo ufficio e piccolo magazzino per gli attrezzi di pulizia, l’apertura di un pozzo d’acqua non potabile con torre metallica e serbatoio per il lavaggio dei materiali di pulizia.
Sono state realizzate, e in parte ancora in corso, alcune attività di sensibilizzazione dei venditori e degli utenti del mercato affinché ci sia un cambio di abitudini verso una corretta gestione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani e soprattutto della frazione organica.
L’inaugurazione è stata realizzata con la presenza di Joaquim Manuel – Assessore municipale ai servizi urbani e Albino Musseno – Assessore municipale a fiere e mercati – e HelderDomingos – Coordinatore dell’area Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani del CAM.
Abbiamo intervistato Dario per farci raccontare della sua esperienza e di come questa sia cambiata con l’emergenza del COVID-19.
Parlaci della città di Nampula. In cosa è diversa da Beira, la città mozambicana che gli amici del CAM conoscono meglio?
Nampula è la terza città più grande del Mozambico. Capitale della omonima Provincia, rappresenta un principale nodo commerciale regionale. La centralità economica di Nampula si riflette nella dimensione della città, resa affollata e caotica dai camion, dai treni e dai viandanti che si muovono per le sue strade, mostrando un’affascinante compresenza di formalità e informalità. Come tutte le città urbanizzate, Nampula è una città dove bisogna imparare a starci per trovare la propria dimensione.
In cosa consiste il tuo lavoro?
In quanto Responsabile Tecnico del Progetto “LimpaMOS MOÇambique“, mi occupo di articolare, gestire e supervisionare l’operato tecnico del progetto (coordinamento tecnico delle attività e dell’equipe locale, analisi e supporto alle soluzioni tecniche e tecnico-finanziarie, gestione relazioni con consulenti esterni, partner tecnici, interlocutori operativi e istituzionali, supporto ad aspetti amministrativo-contabili, redazione di rapporti narrativi e finanziari con particolare attenzione alla componente tecnica ed operativa, etc.). Tuttavia il mio ruolo non si esaurisce qui, ma coinvolge una componente relazionale molto forte. Una parte fondamentale del mio lavoro consiste nel tessere e rafforzare i rapporti istituzionali con le parti locali: amministrazioni pubbliche, imprese privati, attori del settore informale e la popolazione beneficiaria in generale.
Quali sono le sfide più ambiziose del progetto a Nampula?
Il progetto Limpamos mira all’affermazione del dirittodei cittadini e delle cittadine di Beira e Nampulaa vivere in ambiente salubre e sano. Lo sviluppo di una entità tecnica di Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani è solo uno dei risultati che si perseguono. Curare le relazioni attraverso una costante attività di intermediazione tra le parti è invece l’essenza per la solidità dell’intervento e la buona riuscita dello stesso, ma anche la sfida più grande e l’attività che richiede maggior impegno e perseveranza. Per questo motivo, il progetto adotta un approccio integrato attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi:
supporto all’apparato istituzionale nella definizione e implementazione di strumenti normativi ed amministrativi efficienti;
sviluppo di apparati e strumenti tecnico-operativi appropriati alla gestione sostenibile dei rifiuti urbani;
coinvolgimento del settore privato nella Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani;
sensibilizzazione delle comunità, soprattutto donne e bambini attraverso e momenti di attività di educazione ambientale nelle scuole.
Un target importante di questo ultimo risultato è poi il settore informale, caratterizzato dai cosiddetti catadores informais nelle discariche a cielo aperto di Nampula. L’obiettivo è quello di individuarli, formarli e coinvolgerli cercando di costruire migliori condizioni lavorative rispetto a quelle attuali.
Com’è vivere in Mozambico durante l’emergenza sanitaria globale?
Quando si è iniziato a parlare dell’emergenza del nuovo coronavirus a livello globale, il Mozambico non ha sviluppato piena consapevolezza delle possibili conseguenze. Come in tutto il resto dell’Africa, confrontarsi con le malattie, qui è la regola.
Con l’adozione di normative restrittive, il progetto RSU ha subito dei rallentamenti, abbiamo chiuso la sede a Nampula ed io sono stato trasferito a Beira. Lasciare Nampula, anche se per poco, mi è dispiaciuto molto perché sono oramai molto legato a questa realtà. Tuttavia, sono stato bene a Beira. Ho avuto la possibilità di interagire con altre figure di Progetto e ritornare in una città alla quale sono molto affezionato, in quanto il mio primo approccio con l’Africa.
Durante questi mesi il Mozambico non è mai andato il lockdown totale. Inizialmente le restrizioni sono state più severe. A partire da questa estate si è cercato di ritornare alla vita di prima, pur adottando le dovute precauzioni per tutelarsi e tutelare gli altri. Anche io, da luglio, sono ritornano a Nampula e a quanto, contestualmente parlando, avevo lasciato in sospeso. Le attività RSU sono state lentamente riavviate ed in questi mesi stiamo ottenendo i primi risultati positivi dopo la chiusura. Il rischio persiste, ma attraverso un comportamento rispettoso delle norme è possibile e doveroso gestirlo. Anche se non sempre è facile per i mozambicani mantenere la distanza. Il saluto ‘ravvicinato’ è un tratto culturale (a cui può esser difficile rinunciare) così come lo stile di vita (pensando ai mercati popolari); non per ultima anche la forma d’economia presente, di cui una grande parte è informale, quindi di strada, non permette di avere una approccio uguale a quello adoperato in contesti occidentali.
Nelle ultime settimane del mese di agosto siamo entrati nel vivo delle attività del Programma di UNDP Mozambique“Mozambique Recovery Facility – Insieme per un recupero resiliente” promosso dal CAM a Beira. Questo programma, declinato a Beira nel progetto “Recupero dei mezzi di sussistenza ed empowerment economico delle donne” si propone molteplici obiettivi:
coinvolgere 2000 persone, in prevalenza donne, in lavori di utilità pubblica (tra cui raccolta primaria di rifiuti urbani, separazione del materiale che può esser venduto e riciclato, pulizia dei canali di drenaggio, cura del verde urbano) a fronte di un reddito minimo;
fornire ai nuovi lavoratori la possibilità di forme di auto-impiego, indirizzandoli in attività di lavoro autonomo, a partire dall’identificazione delle loro necessità, affinché alla fine del progetto siano in grado di avere un’attività di rendita con la quale sostenere le loro famiglie.
In queste settimane, sono prima state selezionate le famiglie che beneficeranno del progetto nei quartieri di Macuti e Munhava, due quartieri in cui la densità popolata è molto elevata e in cui i servizi di utilità pubblici sono molto scarsi. Le famiglie sono state scelte tramite delle interviste semi-strutturate, volte a conoscere il contesto socio-economico e le loro aspirazioni. In genere, si tratta di situazioni precarie: persone senza lavoro o con lavori saltuari, alla giornata, che permettono a malapena il sostentamento alimentare. Una precarietà, questa, peggiorata dall’ondata di cicloni dello scorso anno e dal prolungato stato di emergenza sanitaria di quest’anno.
Sono poi stati consegnati gli attrezzi per il lavoro e infine, il 24 agosto, sono iniziate le attività di raccolta dei rifiuti solidi urbani nei mercati, nelle fosse di drenaggio, strade e intorno ai cassonetti nei quartieri di Macuti e Munhava.
Lo scorso 10 agosto, l’equipe del CAM di Beira, referente dell’Area della Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani del Programma “LimpaMOS MOÇambique”, ha visitato il “Parco delle Infrastrutture Verdi di Beira” per effettuare un sopralluogo preliminare alla redazione di un “Piano di Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani” da implementarsi nel parco e al quale il CAM è stato invitato a collaborare grazie al parere del Consiglio Comunale di Beira.
Il Parco delle Infrastrutture Verdi a Beira, uno dei più grandi in Africa, è un progetto molto ambizioso di sostenibilità realizzato dal governo Mozambicano con l’aiuto finanziario della Banca Mondiale e la KFW- Cooperazione Tedesca, nell’ambito del Progetto “Città Resilienti ai Cambiamenti Climatici”e che ha avuto avvio nell’agosto del 2018.
Il parco si pone come un grande spazio interconnesso, suddiviso in quattro Bacini, a loro volta collegati da una strada pedonale, lungo la quale si incontrano dei giardini botanici, una biblioteca, un hub culturale in cui svolgere eventi d’arte, di musica e di teatro ed altri spazi in cui si può semplicemente passeggiare o svolgere attività sportiva.
Il parco costeggia il fiume Chiveve per circa 3,5 km e intende migliorare il drenaggio naturale dell’area attraverso una regolarizzazione dei canali per evitare disastri ambientali come inondazione e distruzione dei paesaggi circostanti. Il progetto promuove altresì una strategia di adattamento ad un’ecosistema fragile, soggetto a drastici mutamenti ambientali, e di conseguenza, sociali.
Parte di questa strategia d’adattamento prevede di sensibilizzare le persone a vivere gli spazi in maniera più sostenibile, avendo rispetto degli ecosistemi naturali e faunistici di cui la comunità urbana benefica.
La scelta di implementare un piano di Gestione dei Rifiuti Solidi Urbani nel parco con l’aiuto del CAM risponde coerentemente all’obiettivo sopra delineato, ed noi del CAM siamo felici di esser stati invitati a far parte di questa rete di cambiamento della città e contribuire alla sostenibilità urbana integrata di Beira.