Corso di lingua portoghese A2 in partenza!

Corso di lingua portoghese A2 in partenza!

 Stiamo per iniziare una nuova edizione del corso di lingua portoghese A2, con nuove modalità e opportunità! 

Il corso inizierà lunedì 6 e mercoledì 8 febbraio.

DURATA

Il corso prevede 12 lezioni da febbraio a maggio, e si svolgerà ogni lunedì o mercoledì dalle 18.00 alle 19:15 con un docente di lingua, Nicola Baggiani.

MODALITA’

Il corso si terrà interamente online, così da permettere a chi si trova lontano di partecipare.  La piattaforma utilizzata sarà Google Meet.

Il costo del corso è di:

  • €50 per studenti
  • €80 per lavoratori
PROGRAMMA

Il corso rimane di livello base ma questa volta si passerà al livello successivo rispetto a quello precedente,  e si pone l’obiettivo di approfondire l’apprendimento della lingua non solo attraverso lezioni frontali di grammatica ma anche di conversazione con madrelingua.

PER REGISTRARSI basta completare il modulo di iscrizione.

Per ogni dubbio o maggiore info, contattare info@trentinomozambico.org

La scuola Solidariedade di Mavalane

La scuola Solidariedade di Mavalane

Giovanna Luisa, membro del Consiglio Direttivo del CAM e Presidente dell’associazione “A Scuola di Solidarietà“, il 26 marzo ha fatto visita alla Escola Solidariedade di Maputo che l’associazione sostiene dal 1993. In questo articolo Giovanna ci parla dell’incontro con i/le giovani della scuola e riporta alcune delle loro testimonianze.

L’Associazione “A scuola di Solidarietà” fa parte del CAM dal suo inizio. Dal 1993, sostiene – prevalentemente con l’offerta di borse di studio – la Escola Solidariedade di Mavalane, una scuola Comunitaria, sorta nella periferia della capitale mozambicana. Oggi (2021) essa conta  3.124 alunni e alunne, affidati/e a 73 docenti.

Inizialmente, le borse di studio hanno promosso la formazione degli insegnanti, poi, gradualmente, sono venute incontro al desiderio di istruzione superiore degli studenti che, pur avendo i requisiti, non avevano i mezzi per frequentare i corsi. I loro nomi completano una lunga lista, che supera di gran lunga il centinaio. Attualmente si tratta di giovani iscritti alla scuola secondaria superiore o alle facoltà universitarie presenti nella capitale. In diverse occasioni, gruppi di viaggiatori provenienti dall’Italia hanno potuto conoscerli, ascoltarli e confrontare esperienze, l’ultima volta pochi giorni fa, il 26 marzo 2022.

“…Il vostro contributo trasforma vite, non solo professionalmente, ma anche come persone” così si è espresso Ailton Tivane, uno dei 18 giovani presenti all’incontro avvenuto in una sala della scuola. Qui ciascuno dei giovani presenti, non senza emozionarsi, ha parlato di sé, portando il proprio vissuto, le proprie aspirazioni, la propria risolutezza ad affrancarsi dalle condizioni di povertà economica e di difficoltà sociale che motiva il contributo offerto.

Al pensiero di Ailton hanno fatto eco altri giovani presenti. Le borse di studio sono state indicate come una “occasione per riempire la società di uomini pensanti e capaci di trasformare l’ambiente familiare”, “un mezzo per ridurre la povertà”, una opportunità per offrire strumenti, diretti sia all’auto imprenditoria sia allo sviluppo del Paese, di cui si riconoscono i problemi e le responsabilità: la diffusa corruzione, la incapacità di cura, la necessità di formazione e la mancanza di lavoro, spesso anche per coloro che hanno un titolo di studio.  La scelta della scuola da frequentare, pur corrispondendo per la maggior parte dei giovani e delle giovani presenti, al desiderio di soddisfare una propria aspirazione, non prescinde da una analisi delle esigenze del mercato a cui molti di loro si adattano.

Augurandosi che altri giovani del quartiere possano godere della stessa opportunità, ci incoraggiano a non rinunciare a promuoverla e noi raccogliamo la sfida, convinti che il Diritto allo studio, come ogni Diritto, non possa che essere di tutti, ovunque.

Corso di lingua portoghese e cultura mozambicana – Nuova Edizione

Corso di lingua portoghese e cultura mozambicana – Nuova Edizione

Sta per partire una nuova edizione del corso di lingua portoghese e cultura mozambicana tenuto dal CAM!

Il corso sarà strutturato in 10 appuntamenti, dal 16 novembre al 1 febbraio, e si svolgerà in modalità online per dare la possibilità di partecipare anche a chi non è vicino a Trento. La parte di lingua sarà tenuta da Nicola Baggiani, insegnante di portoghese con diverse esperienze lavorative a Lisbona. La piattaforma utilizzata sarà Google Meet e sarete seguiti dalla tutor Francesca Capacci.

Il costo è di €50.

Il corso è di livello base, corrispondente al livello A1 del quadro linguistico europeo, e si pone l’obiettivo di favorire un primo approccio alla lingua e alla cultura mozambicana. Il corso è strutturato in due momenti: si alternerà una lezione interamente dedicata alla lingua (dalle 18:00 alle 19:30) ad una suddivisa tra lingua e cultura mozambicana (dalle 17:30 alle 20) in cui, oltre alla correzione degli esercizi di lingua, verranno trattati temi come musica, arte, geografia ecc. raccontati da esperti e amici del CAM.

A tutti gli interessati condivideremo il calendario dettagliato e il programma del corso.

Per maggiori informazioni o per iscrivervi scriveteci a info@trentinomozambico.org

A presto!

Educamoz – il resoconto dell’anno

Educamoz – il resoconto dell’anno

Il progetto Educamoz è giunto alla fine del suo percorso triennale. L’ultimo anno è stato sfidante: In seguito alla chiusura delle scuole nel marzo 2020,  il CAM e Terres des Hommes Italia si sono attivati per riadattare alcune delle attività, in particolare:

  • la formazione degli educatori
  • le visite a domicilio
  • le attività di educazione rivolte ai genitori
  • l’utilizzo della piattaforma KoBo Toolbox

La formazione degli educatori

Terres des Hommes Italia, in partenariato con il CAM, ha organizzato la formazione degli educatori per riadattare le attività prescolastiche alla attuale situazione. Lo scopo è quello di evitare comportamenti distruttivi dovuti a stress e depressione nei bambini costretti a rimanere a casa a causa del Covid-19. È anche un modo per garantire una stretta relazione tra il bambino e la sua famiglia rafforzando i legami affettivi.

La formazione si è svolta attraverso una metodologia di partecipazione attiva con brainstorming e simulazioni. Si è concentrata in particolare su:

  • Condivisione di esperienze sulla nuova metodologia di lavoro a domicilio
  • Sensibilizzazione dei genitori
  • Fornitura di tecniche e strumenti per la pianificazione e la realizzazione di attività di empowerment per genitori e/o tutori.

Erano 28 i partecipanti ai due giorni di formazione tra educatori, responsabili e autorità pubbliche, e il riscontro, nonostante le sfide che la pandemia inevitabilmente impone, è stato molto positivo.

Attività a domicilio

Le visite a domicilio hanno lo scopo di responsabilizzare i genitori e/o tutori nella messa in pratica delle attività programmate ogni mese dagli educatori. Servono inoltre alla preparazione dell’ambiente per le attività con i bambini (giochi, storie, danze, indovinelli) tenendo conto delle diverse aree di apprendimento che sono matematica, lingua, conoscenza del mondo, arte, musica ed educazione motoria.

Le attività a casa sono state un successo per bambini, genitori/tutori ed educatori. Da un lato, i bambini non avevano nulla da fare a casa; dall’altro, le attività hanno minimizzato il rischio di licenziamento per gli insegnanti ai quali è stato garantito un lavoro.

I bambini coinvolti nel quadrimestre settembre-dicembre 2020 sono stati 520 e 400 nel periodo febbraio-maggio 2021.

 

Attività di educazione rivolte ai genitori

Nello stesso periodo sono state realizzate 32 sessioni di educazione rivolte a 815 genitori e/o tutori dei bambini. Queste attività hanno un grande impatto sulle comunità, in quanto affrontano temi rilevanti che incontrano le realtà locali.

Gli argomenti affrontati nelle varie sessioni vertevano su:

  • Covid-19
  • Malaria
  • Nutrizione
  • Rapporto tra genitori a casa durante la pandemia
  • Igiene individuale e collettiva
  • Violenza domestica sui minori
  • Colera

 

Utilizzo della piattaforma KoBo Toolbox

Durante il periodo della pandemia, gli educatori sono stati formati sull’utilizzo della piattaforma Kobo Toolbox, pensata per facilitare la raccolta dei dati riguardanti le visite a domicilio. Un’iniziativa questa in collaborazione con Terres des Hommes che mira a sviluppare le capacità degli educatori di affrontare al meglio delle loro capacità il mondo della tecnologia.

Então, o que você acha do Moçambique?

Então, o que você acha do Moçambique?

Ada e Valentina, le due “tesiste per caso”, sono da poco tornate dalla loro esperienza in Mozambico e in questo articolo ci raccontano le loro impressioni e le emozioni che questo magnifico quanto contraddittorio Paese ha regalato loro.

“Sorridiamo, a distanza di due mesi e mezzo dal nostro arrivo fa un certo effetto sentirsi fare la stessa domanda e ripensare a cosa è cambiato. Ci trovavamo a Vilankulos, in una delle spiagge più belle mai viste, mangiando i migliori gamberoni grigliati della nostra vita. Il cameriere sorride a sua volta, non sa nulla di noi ma ci spiega subito che, per i mozambicani, è molto importante il pensiero degli stranieri.

Certo, ne sono cambiate di cose in questi tre mesi. Prima tra tutte, capiamo quello che ci stanno dicendo e riusciamo a rispondere! Tre mesi sono pochi per farsi un’idea completa su tutto il Mozambico, viste anche le dimensioni e le varietà culturali del Paese, ma sicuramente una bella infarinatura di Beira ce la siamo fatta.

Então, gostamos muito o seu País amigo (ci piace il tuo Paese). Aqui não tem stress como na Itália. Único problema, aqui tudo acontece muuuuito devagar, (qui succede tutto molto lentamente).

La vita mozambicana non è certo frenetica e tutto avviene lentamente, in un mondo in cui “sto arrivando” significa che arriverò tra una o due ore, forse. Questa cosa ogni tanto può irritare, ma ci fa anche rendere conto di quanto invece, a casa, viviamo con ritmi a volte insostenibili e sicuramente molto stressanti.

E comunque non credete, lo stress lo abbiamo inevitabilmente vissuto anche a Beira. Del resto abbiamo in ballo una tesi di laurea magistrale, per quanto, dal nostro profilo Instagram delle tesiste.per.caso, pareva che ci stessimo facendo tre mesi di vacanza! I ritmi non erano certo quelli di Mesiano a Trento, ma le visite sul campo spesso sono state tanto belle quanto emotivamente impegnative. Essendo nate nella parte fortunata del mondo, come amaramente l’abbiamo definita, vivere i contesti più poveri di Beira è stato qualcosa di estremamente intenso.

Studiamo ingegneria da anni, abbiamo parlato ampiamente di soluzioni e gestione dei rifiuti in contesti a basso reddito, ma un conto è discuterne all’esame con il professore e un altro è vederle e toccarle con mano. Quante volte, nel corso del professor Ragazzi, si è parlato di “open burning”, di discariche incontrollate a cielo aperto, e come sembravano concetti distanti e quasi impossibili. Eppure eccole lì, davanti ai nostri occhi o sotto i nostri piedi.

La visita alla discarica di Beira è stato sicuramente uno dei momenti più intensi. Dicono che l’olfatto sia uno strumento fondamentale per la memoria, e così ci sentiamo di confermare. Non cancelleremo mai l’immagine e gli odori del camion in arrivo dal mercato del Maquinino che svuotava kg e kg di rifiuto organico putrescente quasi addosso alle persone, che vi si accalcavano intorno per cercare dei materiali ancora utili. Non scorderemo l’odore del fumo dell’inceneritore per i rifiuti ospedalieri, delle boccette di antibiotico spaccate manualmente per poi essere smaltite direttamente in fogna senza depurazione, delle casse di placente in arrivo dopo uno o due giorni di stoccaggio privo di sistemi di refrigerazione. Dall’altro canto, non scorderemo nemmeno il profumo della cucina mozambicana, l’odore della brezza marina di Ilha o di Vilankulos, le scie di profumo che si sentivano anche nei mercati più poveri e degradati quando ti passava a fianco qualcuno vestito elegantissimo dopo un bagno nella colonia.

Sembra impossibile essere già a casa dopo tre mesi che sono volati, ma che, allo stesso tempo, sono sembrati tre anni per l’intensità delle esperienze vissute. Non smetteremo mai di ringraziare il CAM per l’opportunità che ci ha dato, per l’accoglienza ricevuta in ufficio, per i contatti e i legami di amicizia che abbiamo stretto con i colleghi e con tanti altri ragazzi conosciuti a Beira. Le parole sembrano superflue e in questo vortice di emozioni post rientro sono quasi sprecate. Vorremo vivere un po’ “devagar” anche qui, riassestarci e metabolizzare bene quello che ci è successo, ma è tempo di stringere i denti e chiudere i nostri progetti di tesi. I dati portati a casa sono tanti (la capulane in valigia anche!) ma sono nulla in confronto al bagaglio di esperienze e di emozioni che mai svuoteremo.

O que achamos do Moçambique? E chi lo sa, neanche dopo tre mesi riusciamo a definirlo bene, ma è sicuramente un sentimento positivo che ci è entrato dentro e che mai ci abbandonerà. Il cammino non è ancora finito, il profilo delle tesiste è ancora aperto e pronto a riattivarsi il prima possibile per parlare di cooperazione, di partenze e di rientri, di emozioni, di tanti e diversi progetti validi, accomunati tutti da una semplice questione: le persone e il loro benessere, il Mozambico e un suo futuro sortudo, fortunato.