“Se devo riempire una bottiglia di 6 litri, e da un rubinetto esce 1 litro di acqua al secondo… Quanti secondi sono necessari? Nessuno degli allievi ha saputo rispondere al primo quesito. Non quelli che frequentano la ottava o la nona classe (corrispondenti alla 1° e 2° superiori da noi) ma neanche chi ha preso la decima secunda, la dodicesima classe e che corrisponde al diploma delle superiori. Un po’ meglio, chi, magari analfabeta ha l’abitudine quotidiana a trafficare, magari nella lixeira.”
Il progetto A Mundzuku Ka Hina, promosso dall’associazione Basilicata Mozambico di Matera, è una scuola/laboratorio di comunicazione, dove si insegnano fotografia, video, grafica, alfabetizzazione digitale. Il suo nome è dedicato ai giovani che si procurano la sopravvivenza nella discarica della città, ad ospiti dell’orfanotrofio, ex bambini di strada, giovani del Bairro Hulene B sorto intorno alla discarica di Maputo, Mozambico.
Roberto Galante, project manager del Laboratorio di comunicazione A Mundzuku Ka Hina, (il nostro domani), inizia cosi le pagine del suo diario: riflessioni personali che testimoniano un percorso di formazione professionale ma anche e sopratutto di confronto umanistico.
Le riflessioni di Roberto analizzano
[…] le difficoltà di un sistema formativo e scolastico probabilmente non altezza delle sfide quotidiane e ancor più di quelle proiettate nel futuro, ma anche le difficoltà che i ragazzi incontrano, poiché non attrezzati in quella direzione dalle consuetudini quotidiane, nell’ affrontare il pensiero astratto o la concatenazione logica, la capacità di sintesi e deduzione, basi del pensiero razionale, della matematica, ma anche della filosofia e di pianificare un’azione pratica proiettata nel futuro. Così come, una consapevolezza del sé e della conoscenza in generale.
Un giorno, parlavamo di metodiche di insegnamento e dell’importanza della scuola per un paese, un
maestro mi confessò con ingenua sincerità che lui ai suoi alunni insegnava solo una piccola parte del suo
sapere, altrimenti rischiava che nel futuro i suoi alunni di oggi gli potessero far concorrenza. Il problema
era, per me, quanto quel maestro non avesse coscienza del suo ruolo sociale ma anche della non
consapevolezza dei notevoli limiti del suo sapere e delle modalità antiquate e poco efficaci nei suoi metodi
di insegnamento. […] Chiaramente stiamo generalizzando e ci sono anche fulgidi esempi di dedizione, passione e consapevolezza.
Roberto continua la sua lunga riflessione sottolineando che
[…] Le ricchezze e le potenzialità del paese, dai terreni agricoli alle foreste fino alle risorse
minerarie si stanno svendendo ad altri paesi che li gestiranno portandosi con se mano d’opera specializzata
e lasciando alle maestranze locali i lavori più umili. Per il beneficio immediato di pochi e ponendo una serie
ipoteca su un futuro sviluppo delle potenzialità locali.[…] Possiamo e dobbiamo rispettare ed accettare altre modalità di affrontare il quotidiano ed altri paradigmi su cui basare un possibile sviluppo. Mi rimane comunque difficile immaginare su queste basi un possibile sviluppo economico e sociale del paese. Rimane difficile pensare che questi ragazzi, che ci piaccia o no, si dovranno confrontare nella competizione economica, culturale, sociale e di vita con coetanei cinesi, indiani, brasiliani, coreani, indonesiani, europei, sudafricani, americani etc…. che, se vorranno essere indipendenti,
dovranno far produrre alle loro fertili terre il cibo necessario per sfamare il proprio popolo, far funzionare
ospedali, sistemi sociali e produttivi complessi che influenzano la vita o troppo spesso la sopravvivenza di circa 18 milioni di esseri umani… i livelli di formazione universitaria sono di conseguenza, così come la qualità dei lavori e dei servizi.
Le riflessioni fatte da Roberto sono uno spunto per riflettere sul mondo odierno, sulle differenze e sulle responsabilità individuali, umane e sociali, riflessioni che possono contribuire a dare un quadro reale della situazione che è presente in alcuni paesi, aiutando di conseguenza a trovare delle risposte opportune.
Di seguito il testo completo scritto da Roberto Galante
se-devo-riempire-una-bottiglia-di-6-litri
Lo fotografie pubblicate su questo articolo sono opera degli allievi del laboratorio di comunicazione A Mundzuku Ka Hina di Maputo.