Traduciamo e pubblichiamo il bellissimo racconto di Evidêncio Machirica, che con l’agenzia Comunika si occupa della comunicazione del CAM a Beira. Nelle sue parole possiamo scoprire come visitare il distretto di Caia e conoscere i progetti del CAM sia un’esperienza emozionante non solo per chi arriva dall’Italia, ma anche per giovani nati e cresciuti in una grande città mozambicana. Un grazie al nostro collega per averci donato la testimonianza e per l’impegno quotidiano a rendere visibili i nostri progetti.

Il lavoro come responsabile della comunicazione e della visibilità per il Consorzio Associazioni con il Mozambico mi porta in luoghi incredibili e mi mette in contatto con storie stimolanti. Qualche mese fa, ho intrapreso un viaggio indimenticabile a Caia, con l’obiettivo di catturare immagini, storie e resoconti per dare vita ai progetti del CAM in quella regione, in particolare al progetto Follow the Sun.

Questo viaggio è stato una serie di “prime volte”: è stato il mio primo viaggio in treno, un’esperienza durata più di 10 ore, che mi ha portato dal trambusto della città di Beira al tranquillo villaggio di Caia. Un piccolo paese con un’atmosfera contagiosa e persone che emanano una cortesia e un’ospitalità uniche. Ben presto mi sono reso conto che, fuori dalla parte urbana della “Vila”, c’era qualcosa di ancora più speciale: comunità con una cultura ricca, tradizionale e resistente che vivono in case di mattoni con tetti di paglia.

La mia missione era chiara, ma ciò che ho visto e vissuto è andato oltre le aspettative. Ho incontrato i veri eroi locali – gli attivisti che portano assistenza medica a domicilio alle persone più svantaggiate. La maggior parte di loro sono adulti con una vitalità e un amore per il prossimo che ci hanno emozionato e commosso. Percorrono chilometri in bicicletta su strade sterrate per garantire che nessuno resti senza assistenza medica a causa della distanza o delle condizioni rurali.

Mentre catturavo le immagini e le storie di queste persone incredibili, ho provato un misto di ammirazione e umiltà.

Ogni fotografia era più di uno scatto: era una testimonianza di dedizione, umanità e speranza. Ogni intervista ha rivelato un impegno silenzioso ma potente per il benessere delle comunità.

Conoscere la Radio Comunitaria di Caia, visitare le scuole CAM e assaggiare il delizioso pesce pende sono state tutte esperienze che hanno reso questo viaggio unico. Ma ciò che mi è rimasto nel cuore è stata la certezza che, attraverso la comunicazione, possiamo ispirare e dare visibilità a chi lavora instancabilmente per costruire un mondo migliore.

Viaggiare per lavoro, soprattutto nelle ONG, non è solo un lavoro, è una chiamata.

Una chiamata a dare voce a storie che meritano di essere ascoltate e a dimostrare che l’impatto si trova nelle piccole azioni quotidiane di persone straordinarie.

Questa è l’essenza del mio lavoro e il motivo per cui amo ciò che faccio.

Evidêncio Machirica