Il signor Mateus Machaiche ha 71 anni, risiede nella località di Mecuzi Phuaze, nel distretto di Nhamatanda. È sposato, padre di 7 figli e nonno di 6 nipoti. Insieme alla sua famiglia e alla sua comunità, è uno dei beneficiari del progetto “Building Resilience through Education and Community Engagement in the cyclone- affected schools in Mozambique” di cui il CAM è partner implementatore, finanziato dall’Unione Europea e promosso dall’Agenzia delle Nazioni Unite UNICEF con il supporto tecnico di UN-Habitat.
“La mia comunità si trovava in una situazione critica su diversi fronti. Innanzitutto la distruzione causata dal passaggio del ciclone Idai, dal quale sono trascorsi ormai tre anni ma i suoi effetti sono purtroppo ancora ben visibili. Tra le altre cose, nella comunità c’è la presenza di tabù molto radicati su tematiche riguardanti l’igiene mestruale, questioni di genere e violenza sui minori. Per contribuire nel mio piccolo alla soluzione del secondo problema, ho fatto visita a più di 32 famiglie per parlare con loro e cercare di cambiare la loro visione “.
Il sig. Machaiche, grazie alle formazioni fornite dal progetto, ha imparato molto in merito a questi temi e si è attivato in prima persona con lo scopo di sensibilizzare la popolazione e i leader comunitari per la prevenzione di fenomeni come le unioni premature e le gravidanze precoci.
Gli obiettivi di questo progetto sono duplici. Da una parte c’è la ricostruzione delle strutture di tre scuole elementari pubbliche del distretto di Nhamatanda, duramente colpite dal ciclone Idai del 2019 (EPC Dirindir, EPC Solomone Machaque e EPC Manguena). Dall’altra il progetto vuole fornire assistenza educativa agli insegnanti e, più in generale, alla comunità locale attraverso la distribuzione di materiale didattico e formazioni su tematiche di genere, supporto psicosociale, violenza contro i bambini e sviluppo di abilità/competenze life skills nei bambini.
“Quando sono tornato a casa dopo la formazione, ho usato i manuali che ho ricevuto per spiegare alla mia famiglia il fenomeno dei matrimoni precoci. Le mie giovani nipoti stavano per unirsi con due uomini secondo il metodo tradizionale, ovvero pagando una dote con il consenso dei genitori. Quando l’ho saputo, ho parlato con loro e l’ho impedito.”
Oltre che con la propria famiglia, Mateus ha coinvolto anche regulos e capi villaggio per diffondere il più possibile le informazioni ricevute e contribuire a migliorare la situazione della sua comunità.
“È usanza comune che i genitori, anche a causa della povertà dilagante, decidano di affidare le loro figlie minorenni a uomini più grandi in cambio di sacchi di riso, capre, zappe o polli. Ora so che tutto questo è sbagliato.”
I lavori di ricostruzione intanto stanno procedendo e, oltre alle classi, verranno costruiti un blocco amministrativo, appartamenti per gli insegnanti e blocchi sanitari differenziati per sesso per gli alunni.
La prima fase del progetto si è conclusa nel 2021, una seconda parte sta ora proseguendo con il finanziamento della Regione Autonoma Trentino Alto Adige ed il supporto di altri finanziatori e fondi CAM.
Qui sotto alcune immagini delle formazioni e dei lavori di ricostruzione.
L’articolo è un adattamento di materiale comunicativo redatto dal CAM per UNICEF e non riflette necessariamente la visione dell’Unione Europea.
Progetto finanziato da: