Una testimonianza di Claudia Di Dino, coordinamento del CAM a Trento, dalla sua recente missione a Caia.
L’Africa, la vedi sul mappamondo, maestosa e centrale. Ecco, quello era il mio sogno. Mi ero sempre detta..”prima o poi capiterà l’occasione di andarci”. E così è stato.
Io e il Cam ci siamo conosciuti un pò per caso, in quella fase di confusione e smarrimento che capita (o almeno a me è capitato!) di avere dopo la laurea. Leggevo le relazioni dei coordinatori che si erano susseguiti in 15 anni di attività; leggevo i nomi delle persone che hanno fatto parte e che fanno tutt’ora parte del Consorzio…Guardavo le foto, ascoltavo i racconti di Paola e Maddalena.. mi immergevo nella mia immaginazione e sognavo come poteva essere Caia!
E poi eccomi, imbarcata su un aereo destinazione Maputo! Avevo preparato tutto, la valigia era pronta, i documenti pure e la voglia di conoscere e vedere con i miei occhi quello che per mesi avevo solo letto era incontenibile! Durante il lungo viaggio, sommergo di domande Luciano, responsabile dei progetti in Africa Orientale per Cefa onlus e mio compagno d viaggio, che con immensa pazienza mi racconta i suoi anni di cooperazione in Bosnia e in Africa, aumentando sempre di più la mia curiosità. Maputo, Quelimane, Caia, e Beira, queste le tappe della missione: in 15 giorni io e Luciano avremmo attraversato quasi tutto il Mozambico. Ero emozionata!
I primi giorni a Maputo sono stati dedicati agli incontri istituzionali (Unione Europea, Minec e Ufficio Tecnico della Cooperazione Italiana), durante i quali, i vari rappresentanti sono stati aggiornati sull’avanzamento dei progetti a Caia e Beira e sulle nuove iniziative di Cam e Cefa. Camminando per Maputo, ti accorgi che è caotica come tutte le grandi città: code interminabili di macchine, clacson che suonano, fiumi di persone che camminano con passo lento e cadenzato. Le strade sono costeggiate da case e palazzi, alcune volte moderni, altre volte decadenti. Ti capita di passeggiare e ritrovarti in un quartiere dove ancora sono presenti le case costruite dai Portoghesi durante la loro colonizzazione, e ti ritrovi catapultato in un epoca totalmente estranea da te.
Riprendiamo l’aero: destinazione Caia. All’aeroporto di Quelimane ci aspetta Guido, capo progetto del progetto SOMiCa. Saliamo sul grande land cruiser bianco e partiamo. La strada che ci porta da Quelimane a Caia è suggestiva: piccoli mercati affollati da centinaia di persone, ciclisti con le loro biciclette caricate all’inverosimile che sembrano vagare senza meta, e donne che camminano ai bordi della strada assieme ai loro bambini portando in testa un fagotto che alle volte è più grande di loro. Tutto avvolto da una natura che ti toglie il fiato. Dopo numerose buche, una sosta per sgranchirci le gambe e vedere il tramonto, arriviamo a Caia.
Caia è un turbinio di emozioni: incontro Julai, Martinho e Elias, staff Cam a Caia, miei colleghi. Mi salutano con grandi sorrisi e forti strette di mano. Ci lasciamo rimanendo d’accordo di vederci nel pomeriggio per organizzare una riunione assieme e per andare a vedere i progetti del Cam. Assieme a Luciano, Guido ed Elisa risaliamo in macchina e ci dirigiamo verso Murraça, dove visitiamo la scuola di agraria e l’azienda agricola. Ci dirigiamo anche verso i campi selezionati per il progetto SOMiCa, dove conosciamo i gruppi di contadini che sono seguiti da Elisa. Quello che mi lascia più sorpresa è il colore della terra: tanto scura da far risaltare il verde dell’insalata e degli altri ortaggi che sta crescendo velocemente nei campi coltivati. Mentre attraversiamo i campi, gruppi di contadini e bambini lavorano indisturbati dalla nostra presenza. Nei diversi appezzamenti di terra, i leader delle associazioni dei contadini ci spiegano i progressi che stanno facendo e le problematiche che affrontano, come per esempio la scarsità di piogge.
Nei giorni successivi, assieme a Luciano, Guido ed Elisa, ci siamo concentrati sul lavoro d’ufficio: la visita ai campi del progetto SOMiCa ci ha aiutato a capire l’andamento delle attività progettuali e ad aggiornarle in base anche al confronto avuto con i contadini; il confronto di idee avuto in quei giorni ci ha aiutato a capire meglio il contesto e a rafforzare le relazioni tra noi come staff; ci ha fatto capire che, nonostante la mole immensa di lavoro, siamo sulla strada giusta.
Anche il confronto con lo staff Cam Caia e la visita ai progetti del Cam è stato importante per me: assieme a Julai Martinho e Elias si è discusso delle attività del Consorzio, dei successi e delle difficoltà che incontriamo alcune volte a portare avanti le attività. Ci siamo scambiati suggerimenti e abbiamo certo di trovare una strategia comune per lavorare al meglio assieme (e con notevoli kilometri di distanza!!). Ho potuto capire il grande lavoro che è stato fatto dal Consorzio in questi 15 anni, e ho visto le capacità dei miei colleghi mozambicani nel portare avanti il lavoro del Cam a Caia. Poi, hanno accompagnato me ed Elisa a vedere i progetti del Cam. E qui, tutto quello che avevo letto, le foto che avevo visto, quello che avevo anche immaginato si è concretizzato! In una mattina Martinho ed Elias mi hanno accompagnato dai bambini delle escolinhas, mi hanno coinvolto nei loro giochi e balli, mi hanno fatto conoscere i Cuidados e fatto vedere come lavorano con i pazienti.. Potete capire quanto è stato difficile poi spostarsi a Beira!
Ultimi giorni e ultima tappa: Beira. Ultimi incontri istituzionali e ultime riunioni di programmazione assieme a Roberto ed Elisa (volontari Cefa peril progetto Latte) e Stefania (progetto RSU). Ultimi giorni di preparazione valigia per ritornare a Trento.
Lascio il Mozambico con la mente e il cuore pieno di esperienze importanti da un punto di vista personale, professionale e formativo. Torno in Italia rigenerata e con il mio “zaino della conoscenza” ancora più aperto e pronto ad acquisire sempre più cose nuove, e con la consapevolezza che con la reciprocità, il rispetto e il lavoro assieme è possibile creare qualcosa di veramente bello.
Estamos Juntos!