Un cambio di prospettiva: l’esperienza di Michele nel progetto di salute comunitaria

Un cambio di prospettiva: l’esperienza di Michele nel progetto di salute comunitaria

Ciao, sono Michele, dopo essermi laureato in Medicina nell’estate del 2024 ho deciso di guardarmi intorno per capire se ci fosse la possibilità di svolgere un periodo di volontariato all’estero nell’ ambito sanitario, così sono venuto in contatto con il CAM di Trento e ho scoperto che lavorava in Mozambico tramite una serie di progetti tra cui un piccolo progetto sanitario. Il progetto “Follow the Sun” attraverso le Brigadas Moveis mette a disposizione un’equipe per fornire servizi sanitari basici su base mensile, bimestrale o trimestrale nei villaggi appartenenti ai distretti di Caia, Marromeo e Cheringoma che sono distanti dalle unità sanitarie o dagli ospedali distrettuali. Al contempo l’organizzazione porta avanti a Caia, in collaborazione con un’associazione locale, l’attività di Cuidados Domiciliares Integrados ovvero un’attività socioassistenziale di supporto domiciliare che tramite 21 attivisti è in grado di fornire aiuto a un centinaio di persone malate e con esse altrettanti nuclei familiari in difficoltà.

L’ associazione si è dimostrata subito disponibile ad accogliermi e abbiamo avuto modo di pianificare assieme un percorso di due mesi, offrendo così al progetto un ulteriore supporto sanitario.
Con queste premesse sono dunque partito dall’ Italia ai primi di marzo senza grosse aspettative ma con tanta voglia di mettermi in gioco. Giunto a Beira e poi spostatomi a Caia, sto ora ambientandomi. Per ora una delle prima cose che ho capito è lavorare qui richiede un cambio di prospettiva. Siamo abituati, soprattutto in ambito sanitario, ad incasellare ogni processo, pianificare tutto al minimo dettaglio, stabilire algoritmi da seguire; è un metodo che funziona nel nostro contesto e con le disponibilità di risorse italiane. Tuttavia, mi sto rendendo conto che qui a Caia non è altrettanto applicabile. La scarsità di risorse sia in termini di farmaci disponibili che di professionisti della salute così come le avversità metereologiche che le Brigadas devono affrontare pongono sfide impegnative al raggiungimento degli obbiettivi di supporto sanitario: può capire infatti che alcune zone non possano essere raggiunte per mesi a causa delle piogge e anche qualora raggiungibili gli strumenti a disposizione sul campo siano ridotti.

Allo stesso modo, poi, anche l’ attività dei Cuidados è altrettanto impegnativa, soprattutto considerando il periodo di carestia che il Mozambico sta ora affrontando: è difficile incontrare infatti soluzioni efficaci per alleviare la condizione dei malati se questi hanno in partenza l’impossibilità di reperire cibo. Mi sto pian piano abituando ad un senso di impotenza che prima non avevo mai provato; tuttavia, sto imparando qui che anche in questi casi non bisogna abbattersi, bensì prendere atto di ciò che è possibile o non è possibile fare e agire affinché il risultato sia comunque il migliore realizzabile.

Caia, marzo 2025 – Michele Gasparotto

Trento e Caia unite nel ricordo con l’intitolazione di una sala a Giorgia Depaoli

Trento e Caia unite nel ricordo con l’intitolazione di una sala a Giorgia Depaoli

Mercoledì 5 marzo 2025 si è svolta presso la Circoscrizione Oltrefersina una cerimonia per l’intitolazione della sala polivalente a Giorgia Depaoli. Dopo l’apertura da parte del presidente della circoscrizione Errico Dipippo, il sindaco di Trento Franco Ianeselli, ha ricordato l’impegno civico di Giorgia ed il valore del volontariato, poi insieme alla mamma di Giorgia ha scoperto la targa posta nella sala. Un modo per ricordare tutto l’impegno nel volontariato locale di Giorgia, impegno che ha sempre affiancato la sua attività internazionale. Il CAM ha poi ricordato la collaborazione con Giorgia, il progetto in suo ricordo in Mozambico e la Sala Giorgia di Caia.

Riportiamo di seguito una sintesi dell’intervento di Maddalena Parolin in rappresentanza del CAM.

Siamo particolarmente contenti e commossi per essere stati invitati oggi a questa piccola ma significativa cerimonia, noi che siamo tra i “privilegiati” ad aver potuto lavorare insieme a Giorgia, lo stesso privilegio per la nostra piccola associazione trentina come per le grandi agenzie delle Nazioni Unite che l’hanno vista impegnata come esperta.

La carriera di Giorgia Depaoli come esperta di tematiche di genere nella cooperazione internazionale ha infatti avuto avvio più o meno negli stessi anni in cui nasceva il CAM.
Quando lavorava a Maputo Giorgia ha visto nascere il progetto “Il Trentino in Mozambico” ed è stata tra le prime trentine a viaggiare verso Caia, proprio nella prima missione ufficiale nel distretto, dove da 25 anni il CAM promuove progetti di sviluppo locale. 

Nel 2017-2019 Giorgia, dopo tanti anni all’estero, ha trascorso un periodo di lavoro con noi del CAM, lasciando il suo segno sia in Trentino che in Mozambico.
In Trentino Giorgia si è impegnata nell’aiutare a costruire la rete di organizzazioni impegnate nella cooperazione internazionale, partecipando attivamente e in maniera propositiva al percorso che poi porterà alla fondazione di FArete, l’associazione che oggi riunisce 53 associazioni locali.

Ci ha poi aiutato a porre il nostro sguardo sulle tematiche di genere in maniera consapevole, trasversale e anche concreta. Ci ha infatti spinti a partire dalla conoscenza e raccolta dati, promuovendo la stesura del “Profilo di genere della Provincia di Sofala”, ma al tempo stesso agendo con azioni e strumenti concreti, formando un piccolo gruppo di attiviste a Caia, che ancora oggi continua la sua azione.

Per dare continuità a questa attività “dal basso” negli scorsi anni il CAM, la famiglia e gli amici di Giorgia hanno deciso di creare uno spazio per queste donne, che ricordasse anche Caia, e così l’anno scorso è stata inaugurata la Sala Giorgia, dove le attiviste possono riunirsi ed organizzare incontri, formazioni, attività. Ecco quindi che nel ricordo di Giorgia ancora una volta Trento e Caia, il Trentino e il Mozambico, si rispecchiano nella solidarietà, la Sala Giorgia di Trento e la Sala Giorgia di Caia ricordano l’impegno per la comunità, ed è molto bello che questo avvenga nei giorni che precedono la Giornata Internazionale per i Diritti delle Donne. Con l’augurio che il ricordo di Giorgia ci aiuti a tenere alta l’attenzione e a non smettere di indignarci di fronte alle tante manifestazioni di discriminazione e violenza di genere sul nostro territorio e in tutto il mondo. 

Mi permetto anche di rammentare che il Progetto Giorgia in Mozambico continua grazie alla generosità di chi in questi anni lo sta rendendo possibile con delle donazioni. Porto quindi il ringraziamento da parte delle donne, in particolare di Mariana, Joaquina e Vitorina che sono le volontarie che animano il gruppo.

Grazie a chi si è impegnato per rendere possibile questo ricordo oggi a Trento e con la Sala Giorgia di Caia!

 

Il servizio di Trentino TV dedicato all’evento 

 

Mata-me Já: il podcast di Mudar alla Radio Comunitaria di Caia

Mata-me Já: il podcast di Mudar alla Radio Comunitaria di Caia

L’avvincente podcast prodotto dal progetto Mudar è arrivato sulle frequenze della Radio Comunitaria di Caia, l’emittente locale avviata da un progetto CAM nel 2007 e che da allora non ha mai smesso di diffondere notizie, musica, cultura, annunci, formazione e crea conoscenza e dibattito nel Distretto di Caia.

Domenica scorsa è andata in onda la puntata numero 8 (su 10) e gli ascoltatori sembrano apprezzare il racconto, tanto da richiedere che ne venga realizzata una versione in lingua sena!
Scoprite nel video sotto le testimonianze degli ascoltatori.

La vicenda di Tina e Damiano, che partendo dalla cucina di un ristorante italiano passa per Maputo e poi Beira, è una podcast fiction, categoria thriller, realizzato da osuonomio insieme al Centro per la Cooperazione Internazionale con il supporto del CAM ed è disponibile in italiano, inglese e portoghese su tutte le principali piattaforme.

Ricordando Giorgia, un aggiornamento sul progetto a Caia

Ricordando Giorgia, un aggiornamento sul progetto a Caia

Con sede nella nuova Sala Giorgia, il Grupo de Mulheres de Partilha de Ideias de Sofala – Caia, costituito nel 2018, fa crescere il ricordo di Giorgia Depaoli trasformandolo in azioni concrete a difesa dei diritti delle donne, contro la violenza di genere, con azioni educative, di supporto e di rafforzamento.

Tre donne referenti animano il gruppo: Mariana, Victorina e Albertina, in collegamento con l’associazione GMPIS con sede a Beira, dove vengono invitate periodicamente per dei momenti formativi. Ciascuna di loro segue un gruppo di circa 20 donne, e il gruppo sta ancora aumentando!

Le donne di GMPIS promuovono momenti di sensibilizzazione sui diritti delle donne e su come segnalare o affrontare i casi di violenza di genere e violenza domestica. Gli incontri avvengono nelle comunità, in piccoli gruppi, spesso nei luoghi di ritrovo all’ombra di grandi alberi, e molte volte comprendono anche momenti di canto e danza. Sia nelle comunità che alla Radio Comunitaria di Caia le attiviste parlano di temi quali la violenza domestica, i matrimoni prematuri, l‘abuso sessuale, i meccanismi di denuncia e la linea verde telefonica contro la violenza, la salute sessuale e riproduttiva, l’empowerment economico di donne e ragazze, le possibilità di generazione di reddito per persone con disabilità, ma anche aspetti di cultura e tradizione portati avanti dalle donne, come la musica e la danza tradizionale.

testimonianza donne GMPIS Caia 2024

Le attività del gruppo vengono portate attualmente in 13 diverse comunità di Caia (che corrispondono a quartieri periferici della cittadina di Caia o piccoli villaggi della periferia): Chirimba 1, Chirimba 2, Sacatucua, Zimbawe, Malocatera, Nhamomba 1, Nhamomba 2, Nhampunga, Amilcar Cabral, Sombreiro, Nhaussica, Sombe e Zimbawe.
Le formazioni a Beira per le responsabili del gruppo sono molto importanti ed aiutano a creare connessioni con una rete di donne che è anche internazionale, come dimostra l’esperienza di Mariana, Joaquina e Marsuzan che l’1 e 2 novembre hanno partecipato ad un evento di scambio solidale “acampamento solidário de intercâmbio” con 295 donne provenienti da Mozambico, Brasile e Angola per parlare di donne, pace e sicurezza.

Due storie di donne

Abbiamo ricevuto la visita di una donna di nome S. J. di 38 anni, che vive nel quartiere di Malocetera. È venuta preoccupata per la figlia di 17 anni, che da poco ha partorito a casa sua, perché vivono nella stessa casa.

Il padre del bambino non ha ancora rivendicato la paternità, ma la ragazza ha subìto pressioni da parte della suocera, per far fare la cerimonia tradizionale al bambino, dicendole che altrimenti la famiglia si sarebbe ammalata, ma le abbiamo detto di non preoccuparsi della cerimonia e di non ricontattare l’uomo per dargli il bambino, così il bambino non si ammalerà, perché nessuno sa se l’uomo è sano, nessuno conosce la sua salute. Le abbiamo detto di far fare l’impiastro di Cubulumundigua da qualcuno che conosce queste foglie.

In questa storia, scritta dalla responsabile Mariana nel report di novembre, si racconta un intervento da parte del gruppo di donne GMPIS a supporto di una situazione famigliare nella quale si intrecciano credenze, riti tradizionali, tematiche di salute e aspetti legati alle relazioni sociali. Uno degli interventi portati avanti dall’associazione Mbaticoyane, alla quale il gruppo GMPIS di Caia si appoggia, è quello di mediare con i medici tradizionali e la popolazione, per sostituire pratiche cerimoniali che possono portare a contagi nelle malattie trasmissibili (come quelle che prevedono tagli con lamette, o atti sessuali), con altre più basate su erbe e riti che mantengono il “potere culturale”, ma senza rischi sanitari.

Abbiamo ricevuto la visita di una donna di nome M. M. di 37 anni, che è venuta preoccupata di cosa fare con la figlia L. di 18 anni, con la quale non andava d’accordo. Non le obbediva e non l’aiutava nelle faccende domestiche. Abbiamo parlato con la ragazza perché smettesse di comportarsi così.

Anche questa testimonianza racconta una storia soprattutto di donne, relazioni famigliari, testimoniando come il gruppo GMPIS riesca a diventare un punto di riferimento nel quale si possa trovare aiuto per tanti tipi di situazione, non solo la violenza di genere.

Il vivaio di Macuti e l’artigianato sostenibile: opportunità “verdi” per i giovani del quartiere

Il vivaio di Macuti e l’artigianato sostenibile: opportunità “verdi” per i giovani del quartiere

Due gallery per raccontare i progetti dell’artigianato sostenibile e del vivaio nel quartiere Macuti, a cura dei progetti Mudar e InovAçao Circular.

Un gruppo di giovani del quartiere è stato formato sulla gestione di un vivaio, ed ora si occupa di curare e coltivare le piante.
L’inziativa servirà a dare vita a nuove aree verdi del quartiere, e la speranza è che possa dare l’ispirazione per aprire piccole attività imprenditoriali legate al verde urbano. Un progetto che unisce sostenibilità e opportunità!

18 giovani Macuti Miquejo si sono invece dedicati all’artigianato creativo, apprendendo a trasformare materiali usati in mobili, artigianato e altri oggetti.

Prenumatici, ciabatte, bottiglie… tanti materiali che anziché diventare rifiuti si trasformano in qualcosa di nuovo. Un corso che ha creato competenze artistiche, artigianali e di impresa, ma al contempo aiuta ad avere un quartiere più pulito e più bello.

“Uccidimi Adesso”, il podcast di Mudar

“Uccidimi Adesso”, il podcast di Mudar

E’ uscito “Uccidimi Adesso”, un podcast prodotto da oSuonoMio per MUDAR.
Si tratta di un thriller tra Italia e Mozambico pieno di colpi di scena e riferimenti multiculturali.

È stato prodotto in italiano, portoghese e inglese e lo puoi ascoltare qui.

 

DETTAGLI

Damiano è giovane e vive la quotidianità lasciandosi trasportare dagli eventi, fino a quando improvvisamente la vita lo porta in Mozambico. Un luogo che impara a conoscere con gli occhi di un viaggiatore poco esperto. Cerca la ragazza di cui si è perdutamente innamorato e che pare scomparsa. Sulle sue tracce, Damiano attraversa un paese che lo sorprende per il suo dinamismo, i suoi contrasti, la presenza di interessi internazionali e le sfide ambientali e sociali. Ma anche per la musica, l’arte, l’attivismo, la superstizione – sua e degli altri.

Uccidimi Adesso è un podcast che ha l’ambizione di avvicinare il pubblico europeo e quello mozambicano attraverso la reciproca conoscenza culturale, geografica e socioeconomica.
Due mondi che per ragioni diverse attraversano una stagione di grandi cambiamenti. Ed è proprio il cambiamento a rappresentare il cuore del progetto MUDAR, che promuove lo sviluppo urbano e il benessere della popolazione di Beira, in Mozambico, attraverso la formazione della pubblica amministrazione, la digitalizzazione dei servizi e una rigenerazione urbana progettata dal basso.

Non dimenticare di visitare anche il sito di osuonomio.com per sapere di più su di loro.MUDAR, è un progetto co-finanziato dall’Unione Europea e guidato dalla Provincia Autonoma di Trento, attraverso il programma “Partnership for Sustainable Cities”

Per approfondire i temi del progetto segui @mudarbeira su Instagram e Facebook o visita il sito www.mudarbeira.org.