Si é conclusa recentemente la missione di Camilla Carabini e di Alessio Vici, collaboratori di Coopermondo – Associazione per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo Internazionale, partner nel progetto SOMiCA.
Grazie al lavoro di Camilla ed Alessio, l’equipe del SOMiCa e le equipe del CAM, dello SDAE (Serviço Distrital de Atividade Económicas) e del CDAC (Centro de Desenvolvimento Agro-pecuário de Caia) hanno avuto l’opportunità di essere i destinatari di momenti di formazione in associazionismo e cooperativismo. Alla formazione sono stati invitati, inoltre, altri attori locali che lavorano con organizzazioni di produttori, come l’Istituto per la promozione delle piccole e medie imprese (IPEME), il responsabile per l’emissione delle licenze e altre organizzazioni operanti a Caia. Sicuramente un momento importante di confronto e approfondimento!
“Sono stati due giorni molto intensi, di discussioni molto partecipate, dai quali siamo usciti tutti più consapevoli del nostro lavoro. Abbiamo parlato di come far sì che i gruppi si formino sulla base della fiducia tra i membri, di come assisterli nella definizione dei loro obiettivi e nel cammino per la loro organizzazione interna.“
Queste le parole di Elisa, collaboratrice del progetto SOMiCA, entusiasta del lavoro svolto assieme ai colleghi di Coopermondo.
“Il lavoro da fare è molto: è stato evidente durante la formazione che la maggior parte dei partecipanti non ha delle conoscenze chiare sul mondo associativo/cooperativo in Mozambico, sul concetto di associazione, di come ci sia la pressione a legalizzare i gruppi come associazioni senza comprendere al 100% se sia la migliore soluzione. In questi mesi devo dire che questa pressione l’ho vissuta sulla mia pelle, mentre cercavo di capire il quadro normativo per la legalizzazione dei gruppi di beneficiari, ma soprattutto la realtà con cui avevo a che fare, gli obiettivi e le possibilità dei produttori locali.
Durante questi giorni di formazione è emerso che forse l’associazione in sé non é la forma legale piú conveniente per i produttori agricoli, ma sarebbe preferibile come forma legale quella della cooperativa. Ma questo sarà un percorso da costruirsi nel tempo durante il quale gli stessi agricoltori potranno maturare la consapevolezza della necessità di impostare un lavoro strutturato, che getti le radici sul territorio e faccia si che i risultati, quando arriveranno, siano sostenibili!
Personalmente sono molto contenta di come sia andata la formazione, giudicata positivamente da tutti i partecipanti, perché per me é stata un’occasione di grande confronto e la conferma che quanto fatto finora va nella direzione giusta, per il meglio dei nostri beneficiari!”