Dal 2005 il CAM opera con attività di microcredito, dapprima con l’ufficio di Caia e successivamente con una seconda sede a Marromeu nel 2012 ed una terza nel 2020 a Inhaminga. Si tratta di un progetto di grande valore e dal positivo impatto, sia economico che sociale. Grazie al rientro dei prestiti con i tassi di interesse si generano dei fondi che – oltre a coprire interamente i costi della struttura, del personale ed alcuni investimenti (come le sedi e gli automezzi per l’operatività) – vengono utilizzati per finanziare le attività sociali realizzate a Caia, quali l’assistenza domiciliare e l’educazione prescolare.
In questo speciale in tre puntate abbiamo intervistato tre persone-chiave del progetto (clicca sui nomi per leggere gli articoli):
Enrico Baldo
Membro del consiglio direttivo del CAM e del gruppo microcredito
Enrico, da alcuni anni hai iniziato ad impegnare sempre più tempo nel progetto, con un ruolo di controllo e supervisione dall’Italia in affiancamento ad Andrea. Di cosa ti occupi esattamente?
Con Andrea stiamo cercando di rendere meno informale e più incisiva la parte di controllo dati, oltre a tutta l’attività in senso ampio del microcredito. Questo risulta sempre più necessario, oltre che per una maggior sicurezza operativa della struttura in Mozambico, anche perché sempre più forzati in questo senso dallo stesso Banco di Mozambico, che negli ultimi mesi ha aumentato molto la richiesta di dati e incombenze burocratiche. In pratica, da una parte la lontananza fisica di un responsabile con enorme esperienza come Andrea, e dall’altra l’aumento dei controlli da parte del BdM, ci stanno spingendo sempre più nella necessità di rendere formali e sistematici dei controlli che fino a qualche anno fa sembravano superflui. Da fine 2020 quindi, ho iniziato a seguire e supportare Andrea nelle sue consuete verifiche, abbiamo redatto un Regolamento del Credito che formalizzasse i vari passaggi e la procedura prevista nel processo del credito, anche nell’ottica di una costante collaborazione fra la struttura di Trento e quella operativa in Mozambico. All’interno di questo regolamento è prevista una figura di “revisione interna” con funzioni di controllo di secondo livello, dopo il primo svolto direttamente in loco dal responsabile crediti in Mozambico (Benjamin). Non possiamo infatti dimenticare la componente di rischio dovuta al fatto che l’erogazione dei prestiti, non essendo digitalizzata, comporta quotidiane movimentazioni di somme di denaro rilevanti dato il contesto locale. A parte questo aspetto “ufficiale”, ho ancora molto da imparare e cerco di supportare Andrea nella gestione complessa di tre diverse agenzie di credito.
Dopo la tua lunga esperienza con le casse rurali trentine, quali sono le caratteristiche del “modello microcredito” che ritieni potrebbero essere utili applicati anche nel nostro contesto trentino?
Per questa sarebbe domanda necessaria un’analisi dell’evoluzione del “modello Cassa Rurale” in Trentino negli ultimi 20 anni. Non esiste un “modello microcredito” replicabile in diverse situazioni sociali ed economico. Ripensando alla mia esperienza in merito di qualche anno fa, circa una quindicina di anni fa la Cassa Rurale di Aldeno impostò un’attività di microcredito, ed io vi ero coinvolto nella gestione, che per l’epoca ritenevo molto interessante: un progetto di microcredito per i migranti che intendevano aprire un’attività imprenditoriale in Trentino (in collaborazione con ATAS), uno per le persone in difficoltà nel gestire anche un proprio bilancio familiare sul nostro territorio (in collaborazione con CARITAS), ed uno di supporto sull’estero (in collaborazione col CAM). Alcuni progetti si sono interrotti, altri hanno avuto successo, ma sicuramente l’elemento che ho riscontrato in comune e che ha permesso la continuazione di alcuni di questi progetti, è l’accompagnamento costante di ogni finanziamento, verificandone la finalità, coinvolgendo le relazioni sociali e ricercando l’appoggio di associazione o ente pubblico del territorio.
Come si può evincere, il microcredito ha già una vasta esperienza anche sul territorio trentino; sicuramente deve essere costantemente riadattato alle esigenze dei “non bancabili” di turno, anche perché sempre più spesso accanto a delle difficoltà di credito, a mancare è anche un’educazione finanziaria.
Nel prossimo articolo, a settembre, conosceremo Benjamim Baptista, responsabile del progetto Microcredito in Mozambico, che sarà in visita in Trentino e con il quale avremo occasione di dialogare anche nell’incontro pubblico che sarà organizzato a settembre.