Focsiv presenta la nuova guida “Tutti Fratelli per l’ecologia integrale”
Focsiv – Federazione di Organizzazioni di Cooperazione Internazionale cui CAM aderisce dal 2022, ha recentemente pubblicato una “guida per la cooperazione tra i popoli”, derivata dall’esperienza concreta. Non solo una guida, ma anche un appello alle istituzioni e ai singoli cittadini ad affrontare i temi dell’ecologia ispirandosi ai concetti di fratellanza umana e di bene comune espressi nelle encicliche Laudato Si e Fratelli Tutti.
Pubblichiamo la presentazione del volume, che trovate disponibile presso la sede di Trento di ACCRI, organizzazione che ha contribuito alla fondazione di Focsiv ed è socia del CAM.
La cooperazione per la fratellanza umana e l’ecologia integrale è la direzione di marcia della Focsiv e dei suoi organismi soci. E’ la proposta di una cooperazione che va oltre gli interessi geopolitici ed economici perché fondata sull’amore per l’altro, sull’amicizia sociale tra i popoli, per la cura della casa comune. E’ un’altra logica che risponde al messaggio evangelico e che Papa Francesco ci propone con le sue encicliche Laudato Sì e Fratelli Tutti.
E’ una logica che ha salde radici e tradizioni, e che ha molto da costruire, grazie agli artigiani per la pace e per la custodia del creato. Molti nostri organismi operano in questo modo, in fratellanza con le comunità locali del Sud del mondo, da diversi decenni. E ora, di fronte alle nuove tensioni, ai conflitti e alle guerre, ci appare come l’unica risposta e prospettiva seria di costruzione di un mondo migliore.
E’ una logica che proponiamo alla politica: se il Piano Mattei si deve fondare su un partenariato non predatorio, allora il paradigma di riferimento deve basarsi su processi di dialogo per modelli alternativi di sviluppo sostenibile, nei quali le comunità e i movimenti locali risultano protagonisti, capaci di trasformazione socio-economica ecologica.
L’analisi di 13 pratiche di cooperazione per l’ecologia integrale ci ha consentito di far emergere una decina di elementi qualificanti della nostra opera e di quello che dovrebbe essere un vero partenariato tra popoli: dalla consapevolezza delle cause alla radice delle attuali crisi, alla proposta di processi di sviluppo alternativi fondati sulle culture ed i popoli locali; dalla necessità di impostare la cooperazione come processi, nell’incontro e in relazione con l’altro, a quella di porre al centro la voce delle donne e dei giovani; dalla centralità dell’educazione e formazione tra scuole popolari e università, al rafforzamento delle capacità e delle strutture organizzative delle comunità locali e dei movimenti popolari; dall’esigenza di far crescere ibridazioni innovative a livello sociale, ambientale, economico e tecnico, alla loro assunzione politica in scale più ampie e sostenibili.
A questa analisi affianchiamo una serie di spunti tratti dalle encicliche, dal dialogo di Papa Francesco con i movimenti popolari ai principi dell’agroecologia. La Fratelli Tutti è infatti una fondazione etica della cooperazione tra i popoli, è ricca di riflessioni e indicazioni che illuminano il nostro cammino di solidarietà nel mondo, mentre il dialogo con i movimenti popolari riconosce e dà voce agli “scarti” del nostro modello di crescita economica, per una trasformazione realmente sostenibile e giusta del paradigma tecno-finanziario che sta causando crisi planetarie.
La pubblicazione è un messaggio e una richiesta di dialogo in particolare allo Stato italiano, al Parlamento e al Governo, alle sue istituzioni, ma soprattutto ai cittadini del nostro paese, affinché si rifletta sulla cultura della cooperazione per la fratellanza umana e l’ecologia integrale. La politica estera e di cooperazione allo sviluppo del nostro paese deve trasformarsi eticamente e operativamente confrontandosi con le pratiche degli artigiani della pace, attori che sanno abitare le tensioni e dare voce alle speranze dei popoli del Sud.
La cooperazione italiana deve crescere qualitativamente e quantitativamente. Non è possibile impegnarsi per raggiungere lo 0,2% della spesa pubblica in armi mentre non si investe in cooperazione: lo Sato italiano è infatti ancor ben lontano dall’impegno preso ancora negli anni ’70 del secolo scorso per lo 0,7% del reddito nazionale loro per l’aiuto pubblico allo sviluppo, come chiesto dalla Campagna 070. In questo quadro il Piano Mattei per un vero partenariato tra l’Italia e l’Africa non può prescindere dai principi e dalle lezioni apprese grazie a questa analisi della cooperazione tra popoli